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Il ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale
un gran caldo nella zona dei Caraibi con rischio di incremento del nu-
FOCUS mero di uragani di forte intensità. Il 2005 ha stabilito un primato dal se-
condo dopoguerra ad oggi in fatto di tempeste tropicali: ben 26 contro
le 21 del 1933 e le 19 registrate nel ’95. Nel 2006, però, quasi incredibil-
mente, gli uragani sono quasi completamente mancati. Alcuni esperti
hanno fatto una considerazione di tipo statistico. Sembra che gli uraga-
ni presentino un ciclo multidecadale, una sorta di oscillazione che si ri-
pete ogni 25 anni, in cui si assiste ad una fase parossistica seguita poi da
una più tranquilla.
Un altro tormentone degli ultimi anni è quello legato alle conse-
guenze dell’esplosione demografica: l’idea che l’aumento della popola-
zione possa esaurire le risorse non ha trovato fondamento. Negli ultimi
vent’anni siamo passati da una popolazione di 4 miliardi ad oltre sei mi-
liardi e mezzo ma le risorse non sono affatto diminuite. È bene che si
sappia che oggi solo il 3% del territorio è fortemente urbanizzato e al-
l’intera popolazione mondiale per vivere basterebbe occupare meno
del 17% del territorio degli Stati Uniti d’America. Chi vive nelle grandi
città ha un orizzonte ristretto e pensa che il mondo finisca lì, intrappo-
lato nella sua giungla d’asfalto, chiuso nel suo piccolo microcosmo, in-
vece non è così. Perché allora ci vogliono convincere che siamo i registi
di tutto ciò che accade sulla Terra? Perché nessuno ci ha mai detto che
costituiamo circa l’uno per cento delle forme di vita che compongono
il Pianeta, il vero padrone qui è il regno vegetale con oltre il 97% di ma-
teria vivente, poi vengono gli animali con il 2%. Rispetto ai miliardi di
batteri esistenti noi praticamente non esistiamo. È anche ridicolo pen-
sare che la presenza e il comportamento dell’uomo possa nuocere a
molte specie viventi. Il pianeta nella sua lunga storia si è sempre rigene-
rato. Molte specie hanno vissuto, si sono estinte e poi magari si sono ri-
presentate sotto un’altra forma. In nessuna delle catastrofi che hanno
colpito la Terra c’è mai stato lo zampino dell’uomo, le estinzioni più
grandi sono 5 e risalgono all’Ordoviciano, 450 milioni di anni fa, al
Devoniano, 365 milioni di anni fa, al Permiano, 250 milioni di anni fa,
al Triassico, 205 milioni di anni fa, al Cretaceo, 65 milioni di anni fa, in
cui scomparvero i dinosauri. Tra asteroidi e vulcani ne abbiamo per tut-
Anno
ti i gusti, ma l’uomo non c’era!
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