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Il ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale
mente alla combustione degli idrocarburi, come carbone e petrolio, e
FOCUS parzialmente alla distruzione delle foreste pluviali. Su Venere l’eccezio-
nale concentrazione di anidride, fino al 97% della sua atmosfera, man-
tiene il pianeta ad una temperatura da forno di 400 gradi più elevata del-
la nostra. Quindi è sulla concentrazione che si gioca il “pericolo” per la
Terra. Il metano ad esempio è 30 volte più efficace nel trattenere la ra-
diazione solare, l’ossido di azoto 200 volte, i clorofluorocarburi sino a
20 mila volte di più, eppure le loro concentrazioni sono scarse in natura.
Il clima sull’Italia è certamente cambiato negli ultimi 25 anni, così
come cambia da sempre. Si parla tanto di meridianizzazione delle cor-
renti, della parziale scomparsa in area mediterranea delle perturbazioni
atlantiche, di innalzamento dello zero termico di 200m sulle Alpi, di
piogge mal distribuite con fasi spesso siccitose che interessano soprat-
tutto il nord-ovest, di ghiacciai che arretrano a vista d’occhio, di ondate
di caldo sempre più intense e prolungate. Si tratta probabilmente di un
trend, che è andato in controtendenza rispetto a quanto accaduto nel
ventennio precedente, dagli anni Sessanta agli Ottanta, probabilmente
con la complicità dei solfati nebulizzati. In altre parole, l’alta concentra-
zione di zolfo schermava parzialmente la radiazione solare. Ora, con il
miglioramento della qualità dell’aria dovuta ad una combustione meno
inquinante, paradossalmente la radiazione ci arriva molto più forte, so-
no scomparse del 50% le nebbie e nelle nostre città va accentuandosi
ulteriormente l’effetto isola di calore; è comunque probabile che entro
30 anni il sole attraversi una fase di minore attività, quindi teoricamente
potremmo raffreddarci un po’, senza contare l’influenza del Niño e
della Niña, la Corrente del Golfo che si inceppa, l’area di convergenza
intertropicale che si è riposizionata verso nord lanciandoci addosso
l’anticiclone africano: insomma, lo avete capito, ci sono troppi elementi
in gioco per dire che siamo proprio noi a muoverli, tutto avviene cicli-
camente; dire che senza i nostri gas tutto funzionerebbe a dovere e a
norma (quale?) ci sembra francamente eccessivo.
Comunque vada ci sentiamo di smentire in modo categorico uno dei
luoghi comuni più drammatici che sono filtrati dai media diventando ti-
more collettivo degli italiani: il rischio che si sviluppi un uragano nel
Anno
Mediterraneo. La verità è che nel nostro mare non si formeranno uraga-
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