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Cambiamenti climatici e soft economy


            quella bellissima frase che c’è nella non altrettanto bella Costituzione
            Europea, quando si dice che l’Europa è lo spazio privilegiato della spe-  FOCUS
            ranza umana. Credo che anche le leadership europee si definiranno sul-
            la base dell’impegno in questa direzione.
               Queste politiche hanno un terreno di misura immediato, e che ri-
            chiamandosi alla riduzione delle emissioni di CO 2 sono importantissi-
            me dal punto di vista dell’economia in campi anche molto vari, dell’in-
            novazione tecnologica, del risparmio energetico, dell’edilizia. L’edilizia,
            per esempio, è un altro terreno su cui l’Italia è molto indietro. In
            Germania gli standard sono molto più alti di quelli italiani: basti pensa-
            re che noi, per esempio, installiamo un trentesimo dei pannelli solari
            della Germania.
               Questi sono enormi, poderosi terreni di iniziativa. Anche nell’indu-
            stria bisogna conciliare visione e concretezza. Voglio fare un solo
            esempio: cos’è che impedisce di adottare una misura che dica “incenti-
            viamo da subito l’utilizzo dei frigoriferi a basso consumo”? Ma ag-
            giungiamo anche che dal 2010 noi metteremo sul mercato solo frigori-
            feri e elettrodomestici a basso consumo. La gente, intesa come cittadi-
            ni, ma anche imprenditori, ha un orizzonte, ha il tempo di cambiare
            rotta e al tempo stesso cominciamo da subito a lavorare. Se non si la-
            vora su tutti e due i terreni non ce la faremo. E quello che vale per i fri-
            goriferi, vale per le lavatrici, per le lampadine. C’è bisogno di una vi-
            sione di grande concretezza che poi attraversa tutte le cose che abbia-
            mo detto, il turismo, l’agricoltura, e qui arrivo all’altro punto, la sfida
            della qualità e dei territori.
               Quando si parla di vino, io conosco i dati di rosè Rallo di
            Donnafugata, ma non credo che siano diversi da quelli di Marco Caprai
            o di Masciarelli. Quando, per esempio, si parla di questa sfida della qua-
            lità del vino, noi sappiamo che questa sfida è diventata anche una ma-
            niera per produrre più ricchezza consumando meno energia e materie
            prime. Questo non è ininfluente dal punto di vista del disegno che pro-
            poneva anche il segretario generale della Coldiretti, Pasquali, di riduzio-  8
            ne dei consumi di acqua in agricoltura. Questo è vero per tanti campi,      n.
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            ma è vero anche in settori che sono distanti dall’agricoltura. Quando       III
            noi ragioniamo su quello che è stato il fattore competitivo vero del-
                                                                                        Anno


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