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Cambiamenti climatici e soft economy


               l’economia italiana, sostanzialmente si pensava che alcuni settori sareb-
         FOCUS bero andati via dall’Italia e invece è accaduto che spesso per una pres-
               sione dei territori, dei distretti e delle medie e piccole imprese, anche in
               settori maturi, quelli che temevano per la Cina, che volevano i dazi, che
               avevano pianto hanno dovuto ricredersi.
                  Oggi noi abbiamo una situazione in cui produciamo nel tessile, nel
               cuoio, nei mobili, molto meno in volume rispetto a dieci anni fa, ma il
               nostro fatturato, le nostre esportazioni sono aumentate enormemente.
               Abbiamo assistito anche a fenomenali processi di rilocalizzazione. Per
               esempio sono tornati ad essere prodotti in Italia tutti gli occhiali sopra i
               100 euro. Spesso questo meccanismo, che incrocia anche l’hitech, la ri-
               cerca, l’innovazione, ma anche il made in Italy tradizionale, è una foto-
               grafia della qualità italiana.
                  Se vogliamo affrontare la sfida dell’Italia del futuro, noi dobbiamo
               guardare anche al Paese con un occhio un poco diverso e sapere che
               molto spesso gli eroi veri non sono quelli più noti, non sono quelli che
               hanno l’apertura dei Tg, ma gli eroi veri - e noi ne conosciamo tanti -
               sono quelli che stando in relazione con il resto e seguendo magari un
               proprio pallino che può essere marginale, può essere sbagliato, può es-
               sere incomprensibile, alla fine producono un risultato comune. Questo
               ci dice che è forte chi nel guardare al futuro assume fino in fondo anche
               l’eredità del passato. Anche con le sue contraddizioni, anche con le sue
               tragedie, ma noi siamo forti come Paese se individuiamo una missione
               comune nella qualità, nei territori, una capacità di posizionamento
               competitivo, facendoci carico di tutte le debolezze del Paese, guardan-
               dole negli occhi, affrontandole. E questo ci può aiutare anche nella sfi-
               da dei mutamenti climatici.
                  Dico questo perché la sfida dei mutamenti climatici ci propone da
               un lato un’azione a livello europeo, a livello internazionale, a livello tec-
               nologico, a livello scientifico, ma dall’altro anche la valorizzazione di un
               profilo del nostro Paese che può essere messo in movimento se gli indi-
               chiamo una via con chiarezza. Questa idea d’Italia credo che sia poi
               quella che bisogna mettere in campo nell’economia, nella politica, nella
               gestione del territorio. Diceva John Kennedy che il coraggio è la grazia
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               sotto pressione, per dirla con Cipolletta, richiede un poco di ansia
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