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Una nuova coscienza dell’agricoltura


               produzioni agricole finalizzate all’alimentazione dell’uomo e il rispetto
               delle risorse dell’ambiente sono sempre più intrecciati. Ecco perché è
               importante lavorare per far capire che non esiste una gestione dei cam-
               biamenti climatici senza una gestione del territorio agricolo, che in
               Italia governa 17,5 milioni di ettari.
                  L’agricoltura è chiamata a dare il suo contributo, migliorando il pre-
               sente con progetti concreti ma, nello stesso tempo, ha il dovere di pro-
               grammare una diversa e positiva gestione del territorio. Siamo chiamati a
               scelte consapevoli che forse non ripagheranno nell’immediato, ma che
               serviranno per il futuro. Sappiamo con certezza, infatti, che le produzio-
               ni, i consumi, i bisogni di oggi si riverseranno sulla qualità della vita e sui
               fattori climatici di domani. Non possiamo restare impassibili e indiffe-
               renti di fronte ad una responsabilità civile che riguarda l’intero pianeta.
                  La Conferenza nazionale sull’agricoltura, che si terrà nei prossimi
               mesi, darà una grande rilevanza al ruolo svolto dall’agricoltura in rela-
               zione all’ambiente, al territorio e ai cambiamenti climatici. Sarà la base
               per definire una “visione nazionale” delle politiche di sviluppo.
                  Insieme con gli altri Paesi europei, l’Italia può farsi promotrice a li-
               vello internazionale di un modello nuovo capace di coniugare agricol-
               tura ed energie rinnovabili, consumi e tutela dell’ambiente.
                  L’agricoltura è un settore destinato più di altri a vivere profonde
               evoluzioni sia per effetto dei cambiamenti climatici, sia a fronte dei
               nuovi scenari energetici, con riflessi importanti sulle condizioni di
               competitività economica e di sostenibilità delle attività.
                  C’è bisogno di una coscienza nuova.
                  È impensabile programmare politiche ambientali efficaci e lungi-
               miranti senza coinvolgere gli agricoltori. La prospettiva dei cambia-
               menti climatici e la collegata emergenza idrica impongono una forte
               svolta negli orientamenti produttivi, con maggiori investimenti in
               quelle produzioni di qualità che richiedono un’ottimizzazione dei
               consumi idrici ed energetici.
                  Il Governo si sta muovendo in due direzioni: da un lato il piano irri-
               guo nazionale, che rende esecutivi progetti ed investimenti in infra-
          Anno
               strutture per oltre un miliardo di euro; dall’altro studiando un’omoge-
               nea e condivisa piattaforma di interventi a lungo termine. Oggi ci è
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