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Editoriale


               l’intuizione delle cose stesse. E poiché l’aria purtroppo ha il “difetto” di
               essere incolore, impalpabile, inodore, trasparente, invisibile, nessuno la
               vede, nessuno la tocca: quindi nessuno la percepisce.
                  Nessuno ne avverte la presenza, figurarsi l’importanza.
                  La conseguenza, se queste sono le premesse, è che l’uomo si com-
               porta come se l’aria non esistesse. Ma l’aria esiste: esiste nei nostri pol-
               moni e nel sangue, nel cuore e nel cervello, anche se ce ne accorgiamo
               solo quando ci viene a mancare, allora sì che si corre ai ripari, magari
               qualche volta in ritardo. Ma l’aria esiste sopra le nostre teste e sui mon-
               ti, a Copacabana e a Londra, sul Kilimangiaro e ai Poli, e aiuta le turbi-
               ne a far volare i jet e le fisarmoniche a suonare e i mantici a soffiare. E
               l’uomo a vivere.
                  Ma l’uomo oggi vive a rischio, in una sorta di bilico perenne: vive un
               rischio fisico e immediato, per le patologie che l’aria viziata, uno dei
               luoghi comuni cui non facciamo forse neppure più caso, gli procura; vi-
               ve un rischio altrettanto fisico, ma più lontano nel tempo – quanto so-
               no lontane due o tre “generazioni”? – per quello che i cambiamenti cli-
               matici connessi all’incremento del biossido di carbonio potranno deter-
               minare in negativo nell’equilibrio generale del nostro pianeta.
                  L’uomo è dunque in bilico pur nell’equilibrio della Terra. E la Terra
               non rischierà più di andare a sua volta in bilico solo quando l’uomo de-
               ciderà di rimettersi in equilibrio: con se stesso prima ancora che con il
               mondo che lo circonda. Aria per prima, ovviamente.











                                               Ai lettori
                    Questo numero di Silvae, rivista tecnico-scientifica del Corpo forestale dello
                 Stato, vede la luce con ritardo rispetto all’abituale programmazione, in quanto
                 ci sono stati dei ritardi nella predisposizione del budget finanziario relativo al-
                 la pubblicazione. Ce ne scusiamo con i lettori, con gli abbonati e con gli autori
          Anno
                  dei contributi che rendono ricco ciascun numero della Rivista.
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