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La cultura “liberata” dei Parchi Letterari ®


               decisamente virando: dalla spiaggia ai monumenti. È naturale allora che
         FOCUS imprese e istituzioni rinnovino i loro impegni, lanciandosi nell’organiz-
               zazione e nella promozione di rigogliose “mete della mente”. L’uovo di
               Colombo del nuovo millennio. Ma c’è chi questo percorso l’ha già in-
               trapreso, nel vecchio millennio.
                  Tutto nasce dal Castello di Colloredo di Montalbano, in Friuli. È il
               1976, in una notte come tante. Improvvisamente, la scossa. Poi la cata-
               strofe. Il vecchio castello crolla, trascinando con sé pietre, cimeli, leg-
               gende. E passioni letterarie. Qui, nel 1600, Ermes di Colloredo, padre
               della lingua friulana, scrive versi libertini e, due secoli dopo, il suo di-
               scendente Ippolito Nievo vi partorisce un capolavoro delle nostre lette-
               re: Le confessioni di un italiano. Ma quest’eccezionale ereditarietà è desti-
               nata a proseguire. In una stanza del nostro castello viene così alla luce Il
               prato in fondo al mare (Premio Campiello, 1975), opera prima di Stanislao
               Nievo, pronipote di Ippolito, scomparso il 13 luglio dell’anno scorso. È
               proprio sua una provvidenziale intuizione: per salvare storie e pietre
               terremotate si può custodirle in un Parco. Diverso dagli altri: un “Parco
               Letterario” .
                          ®
                  L’immaginazione “crepitante” dello scrittore, giornalista e vagabon-
               do per 90 Paesi del globo, si è profusa da allora nel realizzare un’iniziati-
               va destinata a sconvolgere la consuetudine del turismo culturale. In se-
               guito alla creazione della Fondazione Ippolito Nievo, nel 1992, il pro-
               getto dei “Parchi Letterari” viene avviato con la pubblicazione di due
                                           ®
               prestigiosi volumi - dal titolo programmatico I Parchi letterari appunto -
               editi da Abete. «Questo volume - scrive nella prefazione al primo il cu-
               ratore, lo stesso Stanislao Nievo - vuole ricordare pagine famose della
               nostra lingua e i luoghi da essa cantati, onde pubblico, giovani, appas-
               sionati, studiosi e turisti le abbiano accanto, quasi fosse una biblioteca
               preziosa che si eleva dalla terra stessa. È una proposizione, come altre
               consimili per le arti, che potrebbe far sì che l’aiuola Italia scelga autono-
               mamente le tessere più brillanti per fare del nostro territorio un insieme
               mirabile».
                  Il Parco Letterario è tutto in queste parole: quelle opere della no-
                                     ®
               stra letteratura che hanno raccontato o solo citato alcuni luoghi del-
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               l’aiuola Italia, vengono offerte al pubblico in quegli stessi luoghi, con
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