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Conoscere il paesaggio per lo sviluppo dell’agricoltura multifunzionale
Al momento, ci si affida alla capacità degli Stati membri di gestire
con prudenza la cosiddetta coesistenza tra agricoltura convenzionale, FOCUS
biologica e geneticamente modificata: l’intento, infatti, è quello di riu-
scire a scongiurare il rischio che vaste distese di coltivazioni omogenee
caratterizzino un’agricoltura orientata al mercato globale, per la quale
l’indifferenza rispetto ai luoghi di produzione sia destinata, tra l’altro, a
provocare fenomeni di alterazione dei caratteri specifici del paesaggio,
non solo sul piano della biodiversità, quanto anche delle identità stori-
co-culturali.
Tutelare il territorio ed il paesaggio da deturpazioni irreversibili è,
perciò, un obiettivo prioritario per un’agricoltura di qualità. L’azione di
tutela non deve essere limitata alla protezione delle forme che esprimo-
no un valore estetico né alla conservazione delle preesistenze naturali,
ma deve considerarsi, invece, uno strumento in funzione del controllo
di qualsiasi intervento che agisca sul territorio, al fine di assicurare che
le mutazioni avvengano in modo ordinato e nel rispetto dell’ambiente
nella sua interezza. L’intervento di pianificazione deve porsi nell’ottica
di verificare continuamente le conseguenze connesse ad ogni muta-
mento che l’opera dell’uomo apporta al territorio, rispetto alla scelta tra
i diversi interessi e le molteplici possibilità di uso e di destinazione.
L’Italia, oggi, torna a capire e a sostenere l’agricoltura non per no-
stalgia del mondo antico o per quello che storicamente ha significato,
ma per quello che può dare come contributo ad un ambiente salubre,
ad un paesaggio godibile, ad un’offerta di servizi utili a migliorare la
qualità della vita dei cittadini. In un momento in cui l’uso agricolo del
suolo sta conquistando nel concreto della vita quotidiana la fiducia e la
simpatia della società, l’impatto di opere infrastrutturali ed urbanistiche
in aree a forte vocazione paesaggistica rischia di indebolire, allora, pro-
prio il sistema di sviluppo economico che fa leva su quei valori di iden-
tità culturale del territorio.
Un tempo, un agricoltore poteva opporsi all’installazione, nella sua
azienda, di un manufatto - quale poteva essere un palo di elettrificazio- 7
ne - perché questa palificazione ostacolava la più veloce mobilità delle n.
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macchine agricole nelle operazioni tecniche di coltivazione: quella era III
un’agricoltura intensiva. Oggi, lo stesso ostacolo, che è rappresentato
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