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L’Italia che frana: cause e possibili rimedi
Considerato che gran parte dei fenomeni franosi presentano delle
FOCUS riattivazioni nel tempo, risulta di grande importanza la raccolta e l’anali-
si delle informazioni sugli eventi del passato. Spesso a periodi di quie-
scenza di durata pluriennale o plurisecolare si alternano, in occasione di
eventi meteorologici estremi, periodi di rimobilizzazione, come ad
esempio accade per la quasi totalità delle frane dell’Appennino
Emiliano Romagnolo caratterizzate da movimenti lenti. Al contrario, i
fenomeni di neoformazione sono più frequenti nelle tipologie di movi-
mento a cinematismo rapido, quali crolli o colate di fango e detrito.
Quadro sullo stato del dissesto da frana in Italia
Un quadro aggiornato dello stato del dissesto da frana è fornito dal
Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), che ha previ-
sto la raccolta, la mappatura e l’informatizzazione dei fenomeni franosi
secondo modalità standardizzate e condivise.
Il Progetto, finanziato dal Comitato dei Ministri per la Difesa del
Suolo ex lege 183/89 con 4,1 milioni di euro, è stato realizzato dal
Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d’Italia dell’APAT
in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome.
La metodologia utilizzata nell’analisi dei fenomeni gravitativi ha
adottato i tre approcci più comuni in letteratura: raccolta dei dati storici
e d’archivio, analisi del territorio tramite aerofotointerpretazione, rilievi
e controlli sul terreno. Al fine di ottenere una omogeneità a livello na-
zionale, per ciascun fenomeno franoso è stata compilata la Scheda
Frane (Amanti et alii, 1996, 2000 e 2001), articolata su tre livelli di ap-
profondimento progressivo. La banca dati del progetto, costituita da
una cartografia informatizzata, a scala non inferiore a 1:25.000, e da un
database alfanumerico e iconografico, contiene ad oggi più di 460mila
frane che interessano quasi 19.700 km , pari al 6,5% del territorio italia-
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no. Si tenga conto che tale superficie, tutt’altro che trascurabile, è quella
interessata da frane attive, quiescenti o stabilizzate e non quella suscet-
tibile all’innesco di fenomeni franosi, di gran lunga superiore.
Nella figura 3 è rappresentato l’indice di franosità che, calcolato su
una maglia di lato 1 km, è pari al rapporto percentuale dell’area in frana
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sull’area totale. Le regioni che presentano un indice di franosità calcola-
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