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L’Italia che frana: cause e possibili rimedi
eventi catastrofici il Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), la Val
Pola (1987), il Piemonte (1994), la Versilia (1996), Sarno e Quindici FOCUS
(1998), l’Italia nord-occidentale (2000) e la Val Canale - Friuli Venezia
Giulia (2003).
L’alluvione di Firenze, sebbene non ricada propriamente tra i fenome-
ni trattati in questo articolo, viene qui ricordata perché proprio all’indo-
mani di quel disastroso evento venne istituita una Commissione intermi-
nisteriale, presieduta dal prof. De Marchi, che fornì il primo quadro ag-
giornato e documentato sullo stato del dissesto geologico e idraulico in
Italia. Tra l’altro, venne evidenziata l’importanza del bacino idrografico
quale unità territoriale di riferimento per la prevenzione del rischio idro-
geologico. Tuttavia gli esiti della Commissione vennero tradotti e recepiti
solo nel 1989 con l’emanazione della Legge n. 183 contenente le
“Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”.
Tale normativa istituì le Autorità di Bacino, con l’obiettivo di pianificare e
programmare le attività in materia di difesa del suolo al livello del bacino
idrografico, attraverso lo strumento del Piano di Bacino.
L’evento catastrofico di Sarno e Quindici nel maggio 1998 ha reso
manifesta l’esigenza di accelerare l’applicazione della Legge 183/89,
concretizzata con l’emanazione del Decreto Legge n. 180/98, poi con-
vertito nella Legge n. 267/98, contenente misure urgenti per le aree a
rischio idrogeologico elevato e molto elevato.
Figura 1 - Panoramica delle colate di fango e detrito che colpirono
Sarno (SA) il 5 maggio 1998. La zona di valle è stata intensamente
urbanizzata a partire dagli anni Cinquanta
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