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Il fiume tradito: l’escavazione abusiva in alveo


            stosi fenomeni di erosione delle coste, la compromissione delle difese
            spondali con un aumento del rischio di inondazioni.                      FOCUS
               Volendo effettuare una stima del volume degli affari e dell’evasione
            fiscale, si possono fare alcune considerazioni, sulla base dei dati elabo-
            rati sempre da Legambiente.
               Potendo una draga compiere, in una giornata, da tre a cinque viaggi,
            e potendo caricare circa 400 metri cubi di sabbia, il carico complessivo
            giornaliero può essere stimato da un minimo di mc 1.200 a mc 2.000.
            Siccome la sabbia ha un costo che varia dai 20 ai 25 euro al mc., il gua-
            dagno di una giornata di lavoro è prevedibile che possa essere compre-
            so tra i 25 e i 45 mila euro. Nel caso in cui l’attività di una draga fosse
            estesa ad almeno 150 giorni circa all’anno, il guadagno totale sarebbe in
            media di almeno 5 milioni di euro in un anno. Se l’attività estrattiva fos-
            se completamente abusiva, si tratterebbe di un giro di affari particolar-
            mente elevato, con relativa evasione fiscale, ottenuto con pochissimi
            mezzi e facile realizzazione.


            3. Il quadro normativo
               L’estrazione abusiva di inerti, ossia senza autorizzazione, è punita
            dagli art. 624 e 625 del Codice Penale, in quanto trattasi di furto, essen-
            do la sabbia, la ghiaia, ecc., un bene demaniale e, quindi, sottoposto a
            concessione o licenza demaniale di estrazione. Insieme al reato di furto,
            possono concorrere altri reati, come la truffa aggravata, punita dall’art.
            640 bis del C.P., piuttosto che l’evasione fiscale. Infatti, la condotta ille-
            cita di estrazione abusiva, specie se svolta in modo organizzato, sottrae
            allo Stato non solo un bene facente parte del Demanio, ma provoca un
            danno economico allo Stato, dovuto al mancato pagamento del canone
            per il rilascio delle licenza di estrazione degli inerti.
               Dal punto di vista ambientale, è possibile ricorrere al reato di “disa-
            stro ambientale”, punito con l’art. 734 del C.P., in quanto il rischio di
            indebolimento degli argini, derivante dalle eccessive escavazioni in al-
            veo, diminuiscono drasticamente la loro tenuta e di quelle delle opere      7
            lungo il fiume, provocando frane, crolli ed inondazioni.                    n.
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               Si evidenzia, al riguardo, che al reato di furto di inerti, analogamente  III
            ad altri reati in materia ambientale, è applicabile il sequestro preventivo
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