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Si fa ancora poco in Italia per arginare e prevenire i dissesti idrogeologici



                    Tabella 3 - Lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico
                                    svolto dai comuni italiani                       FOCUS
                             Percentuale     Classe        Numero      Percentuale
              Lavoro svolto
                              comuni        di merito      comuni        comuni
                                             Ottimo          5             1%

                Positivo        41%          Buono          134           16%

                                            Sufficiente     208           24%

                                             Scarso         276           31%
                Negativo        59%
                                           Insufficiente    240           28%
             Fonte: Legambiente - Ecosistema rischio 2006

            cienza. Il 28% dei comuni addirittura non fa praticamente nulla per
            prevenire alluvioni e frane.
               Sebbene la situazione appaia tanto grave e a 40 anni dall’alluvione di
            Firenze  sia indubbiamente peggiorata per quanto riguarda il dissesto
            idrogeologico, qualcosa finalmente inizia a cambiare nel nostro Paese.
            Se è vero che Firenze, di fronte ad un evento meteorologico uguale a
            quello del 1966, andrebbe nuovamente sott’acqua, è anche vero che a li-
            vello centrale è ormai chiara la strada da percorrere per una piena messa
            in sicurezza del territorio, e l’assoluta importanza di questa attività è or-
            mai universalmente riconosciuta. Non a caso dopo anni di costante re-
            stringimento dei fondi destinati alla difesa del suolo, quest’anno in fi-
            nanziaria i fondi tornano a salire significativamente. Il fermare l’urbaniz-
            zazione irrazionale, il delocalizzare le strutture presenti nelle aree più a
            rischio, il realizzare interventi di difesa idraulica studiati su scala di baci-
            no, privilegiando la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, le casse di
            espansione naturali e l’ingegneria naturalistica, sono fortemente caldeg-
            giate dalla comunità scientifica come dalle Istituzioni. Un messaggio che
            deve essere recepito dagli Enti Locali, soprattutto oggi, poichè quando i
            fondi sono pochi è doveroso spenderli per interventi di qualità, real-      6
            mente efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini e i loro beni e che    n.  -
            non siano utilizzati come alibi per continuare a realizzare case, quartieri,  II
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            centri commerciali e industrie lungo i nostri martoriati fiumi.

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