Page 83 - SilvaeAnno02n06-005-Sommario-pagg.004.qxp
P. 83
Il pianeta assetato
Nel frattempo, corruzione e cattiva gestione continuano a caratteriz-
FOCUS zare le politiche idriche. Nonostante siano stati spesi almeno 25 miliar-
di di dollari per costruire acquedotti nei Paesi in via di sviluppo (solo l’1
per cento dei quali in Africa), l’accesso all’acqua sembra non essere an-
cora considerato un diritto inalienabile. È così in America Latina, dove
le compagnie che hanno acquisito le reti idriche ex statali hanno alzato
le tariffe al di là delle reali possibilità degli utenti, suscitando dure pro-
teste e sollevando questioni di etica politica. Le conclusioni del rappor-
to dell’Ufficio delle Nazioni Unite per lo sviluppo delle risorse idriche
individuano nella responsabilità dei decisori, la trasparenza e le buone
pratiche, i fattori chiave da cui partire per mettere in pratica nuove e
virtuose forme di governance dell’acqua.
L’ambiente a rischio
Oltre a minacciare la sopravvivenza di intere popolazioni, le crisi idri-
che rischiano anche di provocare catastrofi ambientali senza precedenti.
Il 90 per cento dei disastri naturali ha infatti un rapporto diretto con la
gestione dell’acqua: alluvioni, frane, desertificazione. La minaccia, co-
munque, non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma anche quelli ric-
chi. E le previsioni per il futuro espresse nel rapporto non sono incorag-
gianti. Nel 2030 la popolazione mondiale, per sopravvivere, dovrà incre-
mentare la produzione di generi alimentari del 55 per cento rispetto a
oggi. Una necessità che aumenterà ulteriormente le irrigazioni alle quali
sono destinate già oggi il 65-70 per cento delle risorse. La crescente ur-
banizzazione comporterà l’aumento della concentrazione della richiesta
di acqua, a discapito della sua qualità ma anche della quantità.
L’emergenza idrica è costantemente monitorata dall’Istituto interna-
zionale per la gestione dell’acqua (Iwmi), che fa parte di una rete
mondiale di centri di ricerca per l’agricoltura finanziati dalla Banca
mondiale. Nel suo ultimo Rapporto annuale (2005), l’Iwmi rileva che
un terzo degli abitanti del mondo deve fare i conti con la penuria d’ac-
qua causata dal surriscaldamento globale, dall’aumento demografico e
dalla cattiva gestione delle risorse idriche esistenti. Fattori peculiari che
provocano un aumento sempre più consistente dell’utilizzo delle risor-
Anno
se idriche, specialmente nell’agricoltura. Ne consegue che la scarsità di
II
-
n.
6
86 SILVÆ