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La lezione di Aldo Leopold e le prospettive in Italia dell’etica ambientale
giosamente di rifondare l’etica sull’ontologia per ricomporre il legame,
spezzato dalla modernità, tra esseri umani e natura.
Per lui occorre una nuova etica che prenda in considerazione le ge-
nerazioni future e valuti le conseguenze della tecnologia non solo sulla
società ma anche sulla natura. Occorre una nuova etica fondata sul
principio di responsabilità.
Dialogando con Jonas, Mariachiara Tallacchini fa sue queste istanze,
ma per evitare le conseguenze negative della jonasiana “euristica della
paura”, punta piuttosto sulla scientificità della prudenza, sulla razionali-
tà ecologica e sulla governance della scienza.
Per lei, in primo luogo, come ha indicato Shrader-Frechette, un’idea
di razionalità ecologica deve «ricomprendere sia indicazioni relative alla
conoscenza, sia ai valori che orientano l’azione». In secondo luogo, co-
me ha indicato Sheila Jasanoff, di fatto le conoscenze scientifiche e tec-
nologiche si implementano nella società attraverso complesse procedu-
re di mediazione e negoziazione. In terzo luogo, come ha indicato
Gerald Holton, è possibile «declinare in parallelo i due concetti di liber-
tà e responsabilità» e «rendere umano e democratico il sapere scientifi-
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co e tecnologico»: significativo è che nell’azione dell’Unione Europea
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si stia affermando proprio un approccio basato sul pluralismo e sul
proceduralismo.
2.7. Ecologia, esperienza, cura: Luigina Mortari - Avendo l’idea di una «forte
curvatura etica dell’educazione ambientale», le analisi di Luigina
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Mortari sono a pieno titolo da considerare come contributi rilevanti al-
la elaborazione di un progetto di etica ambientale, un progetto che
mette capo a una prospettiva di tipo fenomenologico esistenziale e vie-
ne ulteriormente ampliato nel recente La pratica dell’aver cura.
Tiene insieme i diversi aspetti della proposta di Luigina Mortari la con-
vinzione - espressa in Pensare la Natura (testo introduttivo di Natura e…
Esplorazione polifonica di un’idea, da lei curato) - che c’è una «dimensione
noologica della crisi ecologica» con la quale è essenziale fare i conti.
Normalmente, si tende a percepire la crisi ecologica come una que-
stione tecnica che richiede l’elaborazione di «nuovi dispositivi tecnolo-
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gici». Il pensiero ecologico, invece, ci fa consapevoli che, senza una re-
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