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L’Ambiente: fronte avanzato dell’ecologia
usando l’automobile (con un aumento dal 47,8% del 1991 al 58,7% del
FOCUS 2001), mentre solo una volta su 10 coi mezzi pubblici (tendenza peral-
tro in calo: 17,2% nel ’91, 12,9% nel 2001). Abbiamo sotto gli occhi
una distorsione che - anche grazie alla politica degli ultimi anni, che po-
co ha fatto per il trasporto ferroviario e ancora meno per il trasporto
pubblico urbano - vede il dominio assoluto del mezzo più inquinante,
più invasivo e più pericoloso. Ogni anno più di 5mila persone muoiono
sulle strade, e 300mila restano ferite. Sono 40mila ogni anno, secondo
l’Organizzazione mondiale della sanità, i morti da smog nel nostro
Paese. Il traffico è una delle prime cause di deterioramento della qualità
della vita nelle nostre città, le trasfigura, le rende inospitali. Per questo
non si può continuare a ridurre la politica dei trasporti ad una mera lista
di infrastrutture. Con la Legge obiettivo, che ha catalizzato tutti i fondi
del settore, gli interventi urbani hanno avuto, rispetto a quanto previsto
con la legge 211/1991, un forte ridimensionamento. Stime del Sole
24Ore dicono che per raggiungere nelle città italiane i livelli di salva-
guardia della salute imposti dall’Unione Europea servono tra i 500 e i
1000 milioni di euro l’anno. Solo quest’anno, dopo anni di nulla, sono
arrivati per il trasporto pubblico 70 milioni di euro: una cifra ridicola. Il
trasporto collettivo urbano e metropolitano, che riveste un ruolo essen-
ziale nella qualità della vita delle persone e che oggi versa in condizioni
inaccettabili di qualità puntualità e pulizia, deve essere una priorità an-
che per il Paese, in termini di impegno e di finanziamenti.
Altro tema spesso critico per le città sono i rifiuti: abbiamo più volte
dovuto assistere a intere città sommerse dall’immondizia. Scene inac-
cettabili in un Paese civile. La produzione di rifiuti continua ad aumen-
tare ad un ritmo che non conosce sosta: cresce addirittura più del reddi-
to e dei consumi. Nel nostro Paese, quelli urbani hanno ormai superato
abbondantemente la soglia dei 30 milioni di tonnellate annue. Dopo la
riforma introdotta dal centrosinistra nel 1997, sono stati compiuti passi
avanti nella differenziazione di quelli urbani e nel riciclo: la raccolta dif-
ferenziata è passata dall’11% del 1998 al 23% dell’anno scorso, con
punte sopra il 50% in comuni del nord Italia come del sud. Ma sono
passi ancora inadeguati alla gravità del problema: sono buone pratiche
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di singoli, anche se ormai numerosi, piuttosto che standard diffusi e
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