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La sfida della tutela del Creato
tando l’intenzione originaria per cui il bene gli è stato donato; anche
l’uomo è per se stesso un dono di Dio e, pertanto, deve rispettare la FOCUS
struttura naturale e morale del quale è stato dotato (CA, 38a).
L’uomo con la propria azione può essere creatore e nello stesso
tempo distruttore del bene che è stato donato all’umanità. L’adeguata
relazione con il mondo cosmico dipende da una adeguata antropologia:
la scoperta della verità ontologica dell’essere umano. L’ecologia d’altra
parte è un problema morale (ecoetica) che richiede un cambiamento del
modo di agire e la sconfitta delle cosiddette strutture di peccato (SRS).
Con questo concetto si vuol ricordare che non solo la terra è stata
data da Dio all’uomo, che deve usarla rispettando l’intenzione origina-
ria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l’uomo è donato a
se stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e mora-
le, di cui è stato dotato (Centesimus annus, 38). Se l’uomo perde il senso
della vita e la sicurezza degli orientamenti morali smarrendosi nelle
nebbie dell’indifferentismo, nessuna politica potrà essere efficace nel
salvaguardare congiuntamente le ragioni della natura e quelle della
società. È l’uomo, infatti, che può costruire e distruggere, può rispetta-
re e disprezzare, può condividere o rifiutare.
La centralità della persona umana, la salvaguardia e la promozione
della sua crescita, creatività e dignità, considerando ogni uomo come
fratello in Cristo e figlio del Padre comune.
L’equilibrato utilizzo dei beni della terra, in continuazione con l’ope-
ra del Creatore, nel rispetto dell’ambiente naturale, sia per le generazio-
ni presenti che per quelle future, valorizzandone ogni potenzialità fina-
lizzata alla soddisfazione dei bisogni delle persone.
Una certa visione del mondo ipereconomicista ed iperconsumi-
sta tende, non poche volte, a giustificare l’accaparramento dei
beni della terra in poche mani. Un esempio per tutti. Alcuni seco-
li or sono i metalli e le pietre preziose, poi, con l’industrializza-
zione, il petrolio ed il carbonfossile; oggi però siamo giunti al
progetto della privatizzazione dell’acqua! L’ONU calcola come .3
diritto minimo giornaliero 40 litri d’acqua pro capite; in Italia il oI-n
consumo quotidiano per persona è di 267 litri (a fronte della n
n
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