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Il senso di responsabilità al centro della nuova ecologia


               Un atteggiamento irriguardoso  di questi principi appartiene non alla
         FOCUS vera scienza ma ad un’ideologia scientista e tecnocratica che non tiene
               in nessun conto l’essenza spirituale dell’uomo.


               Come può l’uomo esercitare questo senso di responsabilità?
                  Deve considerare la natura come un dono divino e come bene col-
               lettivo. Non può fare impunemente uso delle risorse esauribili, non può
               trascurare il valore della biodiversità e del sistema natura, non può
               dimenticare che la sua opera non si esaurisce nel presente, ma attinge
               dal passato per costruire il futuro. Sulle questioni più spinose va tenu-
               to come punto fermo il principio di precauzione e soprattutto la con-
               siderazione che esistono dei limiti invalicabili per l’uomo che apparten-
               gono ad una dimensione sacra, come la soglia della vita e della morte.

               Quali sono le questioni più urgenti?
                  Per la natura intesa come ambiente che circonda l’uomo gli aspetti
               più gravi appaiono senz’altro lo sfruttamento intensivo delle risorse, la
               mercificazione di beni universali quali l’aria e l’acqua, la distruzione
               delle foreste e delle aree verdi, le condizioni inumane di vita di grandi
               quantità della popolazione mondiale. Per ciò che riguarda l’uomo e la
               sua salute i rischi maggiori vengono dall’inquinamento e dall’incognita
               dell’uso indiscriminato delle biotecnologie in settori quali l’agricoltura.
               Per l’uomo e la sua stessa essenza il rischio principale è l’invasività di
               certa scienza, lontana dall’uomo stesso, che  rischia di violare i limiti
               sacri dell’esistenza.
                  Per queste ragioni la Chiesa si impegna fortemente per un rinnova-
               to slancio etico che recuperi il senso del limite, il significato del dono
               divino e incentivi un atteggiamento ecologico che sia innanzitutto
               “un’ecologia umana”.



                                               L’intervista è stata realizzata da Stefano Colucci

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