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L’agricoltura italiana, la globalizzazione e la necessità di nuovi modelli di sviluppo


            quella cui è stata abituata per decenni.
               In merito al ruolo ed al peso dell’agricoltura nei sistemi socio-eco-
            nomici dei Paesi avanzati, è oramai pacifico che non possano essere
            valutati solo in riferimento all’apporto recato alla determinazione del
            PIL, ma che, a tal fine, si debba tenere conto del complesso di funzio-
            ni che la stessa agricoltura è in grado di svolgere, grazie alla sua presen-
            za attiva sul territorio. Ebbene ciò che sembra assodato sul piano teo-
            rico, lo è assai di meno sotto il profilo pratico, visto che, ancora oggi,
            la politica agraria stenta ad essere pienamente inserita e, quindi, adegua-
            tamente considerata, nel più ampio contesto della politica economica
            generale e che, sulla stessa politica agraria, si continuano, regolarmen-
            te, a caricare i costi di contingenze negative di varia natura (calamità
            naturali, crisi di mercato, emergenze sanitarie...) cui, in molti casi, sareb-
            be più corretto fare fronte, utilizzando gli strumenti della politica socia-
            le ed assistenziale.
               Con riferimento, infine, al giusto modo di intendere il concetto di
            programmazione, occorre convincersi che l’adeguamento cui è chiama-
            ta la nostra agricoltura non potrà essere realizzato, in assenza di una
            convinta e robusta collaborazione tra Stato e Regioni. In particolare, è
            necessario che Stato e Regioni cessino di guardare alla programmazio-
            ne come al sistema che consente all’uno di limitare la potestà delle altre
            e la considerino, invece, per quello che realmente è, ossia, un metodo
            razionale che consente di individuare, condividere e perseguire obietti-
            vi di interesse generale, che né lo Stato, né le Regioni sono in grado di
            realizzare da soli.
               L’acquisizione, da parte dei diversi soggetti istituzionalmente com-
            petenti, di una consapevolezza e di una unità di vedute e di intenti
            comuni, riguardo agli aspetti ora indicati costituirebbe una importante
            base di riferimento, a partire dalla quale giungere alla messa a punto di
            un nuovo modello di politica agraria ispirato al superiore interesse di
            continuare, anche in futuro, ad assicurare alla Nazione quel prezioso
            contributo economico, sociale ed ambientale che solo l’agricoltura, con
            la sua presenza attiva sul territorio, è in grado di rendere.                .3
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