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La Chiesa Cattolica e la sfida ecologista
tentativo di dare una risposta esauriente e completa al più o meno vela-
to malinteso tra quella che è ritenuta la visione cristiana della “natura” FOCUS
- creata ad uso e consumo dell’uomo - ed il reale insegnamento della
Chiesa a proposito della creazione: l’umanità di oggi, se riuscirà a con-
giungere le sue nuove capacità scientifiche con una forte dimensione
etica, avrà certamente la capacità di promuovere l’ambiente come casa
e come risorsa per l’uomo e per tutti gli uomini, e sarà in grado di eli-
minare i fattori d’inquinamento, oltre che di assicurare condizioni di
igiene e di salute adeguate, per piccoli gruppi come per vasti insedia-
menti umani.
In questa concezione dell’ambiente, l’uomo deve dunque essere
considerato al centro del Creato, e proprio per questa sua centralità egli
deve assumere su di sé la responsabilità della salvaguardia di tutti gli
esseri viventi.
Queste considerazioni rimandano ad analoghe posizioni recente-
mente espresse alla CEI che, pur denunciando le insufficienze della poli-
tica nei confronti delle emergenze ambientali, ha condannato le rivendi-
cazioni strumentali di un certo ecologismo organizzato (che ha accesso
all’informazione controllata, pubblica e privata, che a sua volta fa da
cassa di risonanza a campagne da letteratura ambientalista - in molti casi
di provenienza oltreoceanica - e che di fatto favorisce il messaggio di
proclami demagogici), che, oltre a non contribuire alla soluzione dei
problemi, producono una condizione di allarme sociale che induce i
pubblici poteri a conferire incarichi per studi e ricerche alle stesse orga-
nizzazioni nazionali e internazionali che procurano l’allarme.
Le gerarchie ecclesiastiche hanno affermato che questa situazione -
alimentando una falsa solidarietà, e non la partecipazione tra i cittadini
- ha ridotto l’associazionismo più libero e spontaneo in uno stato di
crisi di “speranza civile”.
Come dicevamo all’inizio, le posizioni espresse nel Compendio rap-
presentano l’approdo di un percorso già evidenziato nel 1989 (quando,
in occasione della XXV Conferenza della Fao, Giovanni Paolo II osser-
vava: «La protezione dell’ambiente naturale è diventata un aspetto .3
nuovo ed integrale del problema dello sviluppo»), ma maturato dalle oI-n
gerarchie ecclesiastiche nel corso dell’ultimo secolo e mezzo, a partire n
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