Page 89 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
P. 89
dimensione ontologica e dinamiche teleologiche, per ciò stesso depositaria
di un valore in sè. Tuttavia anche in rapporto al descritto quadro delle linee
di etica ambientale, la radice profonda di tutto ciò è identificabile con la
cultura forestale. “L’Etica della Terra” del forestale americano LEOPOLD
(1997), per un verso ha rappresentato la matrice autentica del successivo
sviluppo della tematica in oggetto, ad esso consegnando le coordinate
essenziali di cui oggi si dispone, per altro verso ha segnalato la prospettiva
della sintesi contemporanea più compiuta dell’etica ambientale stessa
(UBERTINI, 2023). Quanto al primo aspetto, infatti, il tema sostanziale del
discrimine valoriale che abbiamo focalizzato sopra, viene introdotto da
LEOPOLD (1997) quando, in Etica della Terra, scrive: “Mi sembra
inconcepibile che un rapporto etico con la Terra possa esistere senza provare
per essa amore, rispetto, ammirazione, e senza un’alta considerazione del
suo valore. Parlando di valore mi riferisco, naturalmente, a qualcosa di
molto più vasto del semplice valore economico, intendendo quindi il
termine in senso filosofico”. Nel mio scritto “L’Archetipo Leopold" (2023),
mi sembra di aver solidamente dimostrato che il valore cui si riferisce
Leopold risulta essere, inequivocabilmente, l’odierno valore intrinseco. Ciò,
massimamente, indica l’origine sostanziale dello sviluppo dell'etica
ambientale. Oltretutto, in forza di tale impostazione Leopold giunge a
formulare un diffuso “diritto biotico” all’esistenza, quello che poi, sul piano
forestale, la Selvicoltura Sistemica codificherà. Circa il secondo aspetto,
relativo alla consegna da parte di Leopold delle prospettive della sintesi
contemporanea più compiuta dell’etica ambientale, questo si illumina solo
in base alla lettura propriamente forestale dell’elaborazione leopoldiana. In
effetti, avendo l’etica ambientale come proprio ultimo traguardo
sostanzialmente quello di un’armonia tra l’uomo e la natura, su un’autentica
compatibilità tra questi due elementi del reale, tanto la versione
antropocentrica, quanto quella biocentrica, ecocentrica e fisiocentrica,
falliscono l’obiettivo. L’etica ambientale antropocentrica, consegnando tutto
lo sforzo conservazionistico nelle mani di un approccio pragmatico-
utilitaristico, appare mantenere la sostanza dell’originaria asimmetria nel
rapporto tra uomo e natura, fonte della crisi ecologica. D’altro canto, l’etica
ambientale sostanzialistica, di matrice onto-teleologica, produce effetti
89