Page 85 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
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bisogni  delle  future  generazioni.  A  seguito  di  questa  introduzione,  un
               costante   percorso   di   affermazione   istituzionale   sul   piano   mondiale
               consolida tale impostazione, dal summit di Rio nel 1992 ai giorni nostri, con
               il summit del 2015 in cui vengono fissati 17 obiettivi per la cosiddetta Agenda
               2030.  Tuttavia  il  concetto  di  sostenibilità  proviene  dalla  scienza  forestale
               (HOSLE,  2006).  In  tale  ambito  il  primo a  mobilitare  questa categoria  fu  il
               sassone Hans Carl von Carlowitz, che nello scritto “Sylvicultura Oeconomica”
               del 1713 introdusse il termine “Nachhaltigkeit”, dal significato primigenio di
               durevolezza,  persistenza,  in  seguito  naturalmente  reso  sinonimo  di
               sostenibilità. Al di là della puntuale origine e sulla base di un percorso di
               estensioni di significato crescentemente inclusive, le scienze forestali hanno
               perennemente declinato l’essenza della sostenibilità, eleggendo il principio
               del giusto prelievo delle risorse naturali nell’ambito di un ritmo inferiore a
               quello  della  loro  riproducibilità  e  giungendo  alla  considerazione
               dell’utilizzabilità dell'interesse rispetto al capitale naturale. Se all’origine la
               sostenibilità faceva riferimento prevalentemente alla continuità dell’aspetto
               economico,  in  termini  di  valore  d’uso,  successivamente  ha  assunto
               consistenza  la  dimensione  del  valore  sociale,  fino  a  raggiungere
               l’affermazione del pieno valore ambientale, nelle varie, odierne declinazioni.
               In questo quadro le scienze forestali hanno rappresentato l’archetipo di tale
               processo,  quali  discipline  tese  comunque  a  perseguire  un  equilibrio  nel
               rapporto tra uomo e natura, essenziale tanto nella versione prevalentemente
               economica,  quanto  in  quella  centralmente  ambientale.  Nell’ambito  di  un
               convegno  nazionale  relativo  ai  “parchi  e  riserve  naturali  nella  gestione
               territoriale”,  svoltosi  a  Viterbo  nel  1987,  il  Prof.  Orazio  Ciancio  ebbe  a
               sostenere, quale base della disciplina forestale, “la teoria del Naturalismo
               Umanistico,  fondata  sul  principio  triassiomatico  della  “Perpetuità,  della
               Funzionalità  e  dell’Uso  del  bosco”  (CIANCIO,  1989).  Oggi,  a  seguito
               dell’indicato percorso culturale di progressivo ampliamento del concetto di
               sostenibilità,  nella  complessità  sistemica  in  cui  siamo  immersi  e  nel
               corrispettivo affacciarsi di nuovi valori, appare compiersi quel proposito di
               armonia che le scienze forestali, quali matrici della sostenibilità, esprimono
               in nuce fin dalle origini. Tutto ciò scaturisce da una connaturata visione etica
               della realtà, che fin dall’inizio ed in termini progressivamente espliciti fonda



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