Page 87 - Rivista silvae aprile 2025 (1)
P. 87
forestale, della selvicoltura, la quale, proprio in relazione a ciò, nel tempo,
pur nell’ esigenza di un equilibrio di fondo, ha conosciuto varie forme
applicative in relazione allo spirito ed ai bisogni dell’epoca. A questo punto,
come risulta agevole osservare, il rapporto tra uomo e natura e quindi tra
economia ed ecologia, nucleo materiale delle scienze forestali, è ciò che si
identifica con il concetto di sostenibilità, ed il tutto presuppone, come
rappresentato, un fondamento etico, tale da indirizzare le scelte gestionali.
Naturalmente tali scelte sono supportate, metodologicamente, dalle
conoscenze scientifiche e dai principi e traguardi delle scienze naturali, ma
in quanto tali, finalisticamente vengono indirizzate dallo spirito culturale
dell’epoca, dai principi dell’etica, oggi ambientale. Proprio alla luce di
quanto esposto, dalla descrizione del concetto di sostenibilità, prodotto dalle
scienze forestali, e dal presupposto etico interno ad entrambi gli ambiti, la
selvicoltura, come detto, ha nel tempo declinato più forme. Si è assistito ad
un percorso caratterizzato da uno sbilanciamento economicistico delle
origini della selvicoltura, con i teorici della scuola tedesca del 700, Hartig e
Cotta, ad una prima rettificazione in senso più naturalistico, con la scuola
francese di Lorentz e PARADE (1883), fino in Germania al GAYER (1901), dalla
significativa, “eretica” sterzata naturalistica, in Francia attraverso il “metodo
del controllo” del GURNAUD (1890), in Germania attraverso il “Dauerwald”
del MOLLER (1922), per poi approdare nella contemporaneità. Stagione nella
quale, a mio avviso, giganteggia l’elaborazione italiana, che sulla storica e
progressiva scia del Pavari e del Susmel, giunge con la scuola di Firenze,
guidata dal Prof. Ciancio, a teorizzare la Selvicoltura Sistemica (CIANCIO e
NOCENTINI, 1996). Quest’ultima formulazione selvicolturale rappresenta un
autentico salto di paradigma rispetto al complessivo tragitto precedente,
introducendo sul piano etico l’affermazione dei diritti del bosco, quale
emanazione del suo valore intrinseco e declinando sul piano epistemologico
la logica dei sistemi complessi. In questi termini la cultura forestale si
emancipa da un modello di sostenibilità più o meno “debole”, per
abbracciare quello più armonico e compiuto.
L’etica ambientale e forestale
Pur con la rappresentata ascendenza, come indicato la categoria della
87