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di principio tra ecologia ed economia (HAECKEL, 1866), si procede
ragionevolmente dall’uomo all’ecosistema, nel nostro caso, bosco, in forza
dell’ attribuzione del valore intrinseco alla “Autoaffermazione” dell’ente
naturale, con conseguente diritto a ciò. Quanto delineato è diretta
espressione della cultura forestale, che individua il suo ubi consistam nella
covalorizzazione della ragione e della natura e che, sulla base del rapporto
tra ecologia ed economia, raggiunge un punto di equilibrio tra questi due
elementi, nella cornice del più ampio equilibrio tra diritto all’ambiente e
dell’ambiente. Un’etica forestale, in sostanza, naturale e razionale, della
misura e del limite, dell’equilibrio e dell’armonia, che riflette il principio
etico sovrano di Aldo Leopold e che direttamente deriva da quella mentalità
forestale declinata dalla intrinseca cultura gestionale. Ho cercato di
rappresentare ciò nello scritto “Etica Forestale” cui rimando (UBERTINI,
2011).
L’approdo istituzionale
Il punto di approdo oggettivo dell’intero processo tracciato, si sostanzia nel
complessivo assetto istituzionale raggiunto. Da un punto di vista legislativo,
nazionale ed internazionale, il tema della sostenibilità, quale precipitato
materiale dei dettami dell’etica ambientale, guida lo scenario regolamentare
attuale, marcatamente contrassegnando lo spirito delle norme specifiche.
Dal panorama mondiale, in cui, come ricordato, nel 2015 si è dato vita da
parte dell’ONU ai 17 obiettivi dell’agenda 2030, quale programma d’azione
per lo sviluppo sostenibile, ai vari documenti europei, come la strategia UE
2030 tanto per la biodiversità, quanto per le foreste, fino a norme come la
“Nature Restoration Law”, la cifra epocale parla il linguaggio della
sostenibilità, il linguaggio etico, cui conformare mentalità e comportamenti
individuali e collettivi. In campo nazionale, dal Testo Unico Ambientale del
2006, al Testo Unico Forestale del 2018, l’indirizzo sostanzialmente non
cambia, pur con specifiche articolazioni in particolare per il “TUFF”, in cui
si introduce il concetto di “gestione attiva” del bosco, visto nell’ottica della
multifunzionalità ecosistemica, sempre alla ricerca, non costantemente
raggiunta o adeguatamente delineata, di un equilibrio tra economia ed
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