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LA GESTIONE FORESTALE
A(DA)TTIVA E
L’ADDIZIONALITÀ
di Luigi MELFI
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La “politica forestale” rientra a pieno titolo tra le politiche strategiche
nazionali, atteso che i boschi in Italia coprono circa il 39% della superficie
complessiva (poco sopra gli 11 milioni di ettari) .
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Storicamente, lo sguardo era rivolto alla massa legnosa ritraibile dai
soprassuoli forestali, denotando una funzione marcatamente produttiva e
patrimoniale, ma sul finire dell’800 - primi del ‘900, il legislatore italiano ha
inteso sottoporre i boschi a stringenti vincoli finalizzati alla tutela
dell’interesse pubblico, non solo economico-privato, tendenti a garantire la
stabilità idrogeologica dei versanti e un ordinato regime delle acque .
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Negli anni a seguire, l’attenzione per le funzioni del bosco è venuta man
mano ad accentuarsi, con riguardo anche all’utilità economica connessa al
settore turistico e alle funzioni paesaggistiche ed ecosistemiche quali la
mitigazione del clima, la purificazione dell’aria, la protezione degli abitati
dalla caduta massi e dalle valanghe, per citarne alcune.
L’affermarsi a livello internazionale delle nuove emergenze connesse alla
perdita di biodiversità e al cambiamento climatico, per il tramite di apposite
convenzioni, ha esaltato inoltre l’importanza delle foreste quali “casa” delle
specie animali e vegetali che le popolano, con una sempre maggiore
attenzione alla conservazione degli habitat, nonché ne ha ribadito, attraverso
la loro protezione, la funzione di tutela del suolo e lotta alla desertificazione.
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1 Capitano CC RF - Comandante del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e
Forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Siena.
2 11.778.249 ha, dati Registro IUTI 2017 - Centro A.r.I.A. Università degli Studi del Molise.
3 R.D. 3267/23, noto anche come “Legge Serpieri”.
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