Page 65 - Silvae MAggio Agosto
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Ciò che  si trova nei musei di storia naturale  di tutto il  mondo è, anche, una
               cronaca  biologica,  la  storia  di  come  i più diversi esseri viventi hanno
               vissuto  nei    secoli,  adattandosi  alle    trasformazioni  naturali    e  a  quelle
               antropiche, resistendovi, oppure viceversa soccombendo di fronte a sfide
               che non erano attrezzati ad affrontare.
               Analizzando, studiando e decrittando tutti i segreti di questi reperti, che si
               stima siano circa 2,2 miliardi in tutto il mondo, raccolti nei musei negli ultimi
               300  anni,  si  potrebbero  capire  meglio quali  sono  state  le  conseguenze  di
               qualche catastrofe naturale che ancora conosciamo poco o, al contrario, di
               situazioni  climatiche  ostili,  di  pandemie  dimenticate,  avvelenamenti  di
               massa, carestie, impatto di un meteorite, ricercando soluzioni per ciò che
               accade oggi, potendo contare su elementi concreti ovvero su importanti serie
               di dati. Consideriamo il caso del Museo Civico di Zoologia di Roma, fondato
               nel  1932,  che  possiede  un  patrimonio  di  circa 5  milioni  di  esemplari
               conservati, che vanno dalle conchiglie di piccoli molluschi alla balenottera
               di  16  metri.  Tali  collezioni  derivano  sia  da  una  convenzione  con  l’allora
               Regia Università  di Roma  (oggi  “Università di Roma “ La  Sapienza”)  che
               raccoglievano anche le prestigiose raccolte dell’Archiginnasio Pontificio, sia
               dalle donazioni fatte dopo la sua istituzione.
               La maggior parte di questo immenso patrimonio viene peraltro custodito in
               magazzini  accessibili  al  solo  personale  del  museo  o  a  soggetti    terzi,    di
               norma  ricercatori  qualificati; in  alternativa,  viene esposto in particolari
               occasioni.
               Il Museo rappresenta quindi un vero e proprio archivio della biodiversità,
               oltre che un patrimonio per tutta la comunità. In Italia come in Germania
               non  esiste  una  grande  istituzione  museale  rappresentativa  dell’intero
               patrimonio naturalistico nazionale e, come tale, ubicata nella capitale; questo
               perché entrambe le nazioni hanno raggiunto relativamente tardi la struttura
               di “stato unitario” (XIX secolo; si confronti questa condizione con quella di
               Francia e Gran Bretagna). Di conseguenza,   l’intero  patrimonio  museale
               zoologico  di  questi  paesi  è frammentato in un numero elevato di musei o
               collezioni  dislocate  in  numerose  città  (almeno  20  in  Italia,  oltre  50  in
               Germania).



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