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Il bosco e la fauna
te appetito, incidendo anche altri elementi ambientali, di tipo antropi-
co, come può essere il fattore sicurezza (Bovio e Motta, 1993).
La ricolonizzazione faunistica spontanea od indotta con introduzio-
ni, reintroduzioni, ripopolamenti di ampie zone boscate e prative, alle-
vamenti estensivi, deve essere sempre monitorata con periodici censi-
menti, onde verificare le consistenze delle popolazioni faunistiche, i
rapporti tra sessi, lo stato sanitario, la feracità e gli altri parametri bio-
logici ed etologici utili per elaborare un adeguato piano di assestamen-
to o di gestione della fauna selvatica.
La densità di una popolazione animale non deve mai superare la
“capacità portante” del territorio su cui vive; tale capacità viene stima-
ta sulla base delle disponibilità alimentari, conoscendo i fabbisogni spe-
cifici.
Per determinare od anche per verificare il carico animale è necessa-
rio tener presente che le disponibilità alimentari variano in una stessa
cenosi nei diversi periodi dell’anno e di conseguenza quelle minime sta-
gionali sono fattore condizionante. Inoltre, non tutta la disponibilità di
foraggio, quantitativamente stimata, può essere consumata dagli erbi-
vori, ma solo una percentuale, più o meno piccola, a seconda dell’eco-
sistema interessato, per evitare di incidere negativamente nella costitu-
zione dell’humus e della fertilità del terreno (Odum, 1973; Casanova,
1988; Landi e Casanova, 1996).
Per l’assestamento faunistico è necessario conoscere il consumo ali-
mentare medio giornaliero delle specie faunistiche presenti sul territo-
rio. La letteratura specifica (Villani, 1963; AA.VV., 1981) può fornire
utili indicazioni a riguardo: un capriolo del peso di 30 chilogrammi con-
suma annualmente 43 volte il proprio peso, un daino consuma 6-7 chili
al giorno di sostanza verde, quantità similare il cinghiale, mentre un
cervo ha bisogno di circa 15 chilogrammi di pastura verde.
La disponibilità alimentare dipende molto dal trattamento e dal
governo della copertura forestale. Il ceduo in conversione come anche
il castagneto in trasformazione sono particolarmente adatti.
Nel querceto misto e nella faggeta la disponibilità è minima se viene .2
meno la componente fruttifera di ghianda e di faggiole. Il bosco di oI-n
conifere è più o meno ricco di pabulum a seconda della sua densità. n
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