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Il bosco e la fauna


            prietà demaniali (Casanova, 1988); è molto elastico nel regime alimen-
            tare, è un pascolatore intermedio e per questo predilige le zone pasco-
            live e le ampie radure; può provocare maggiori danni del cervo nello
            scortecciamento. Secondo esperienze svolte in Inghilterra nella dieta
            alimentare del daino vi sono principalmente le graminacee primaverili
            ed estive, mentre nel periodo autunno-invernale entrano in modo signi-
            ficativo germogli e frutti di molte specie arboree ed arbustive (Caldwell,
            1983). Per la sua adattabilità alimentare il daino colonizza ambienti
            diversi, non eccessivamente boscati, non rocciosi e con scarso inneva-
            mento (Perco, 1985).
               Il camoscio alpino (Rupicarpa rupicarpa) si mantiene sostanzialmente
            costante rispetto alle zone di diffusione, quali sono il Parco nazionale
            del Gran Paradiso e il Parco nazionale dello Stelvio, anche se sono state
            effettuate alcune reintroduzioni nelle zone del Monte Baldo e
            nell’Appennino dei Sette Comuni (Spagnesi e Toso, 1991).
               In Abruzzo, nel complesso Marsica - Maiella - Gran Sasso è presen-
            te la specie autoctona del camoscio d’Abruzzo (Rupicarpa pyrenaica orna-
            ta). Il suo habitat è caratterizzato da zone montane oltre il limite supe-
            riore della vegetazione arborea, ed in basso da boschi di conifere e di
            latifoglie.
               Lo stambecco (Capra ibex) è in espansione, pur frammentata, sull’ar-
            co alpino, anche per effetto di nuove reintroduzioni, ma oltre il 70%
            degli stambecchi italiani popola il Gran Paradiso; è tipico degli ambien-
            ti montani, rocciosi, oltre il limite della vegetazione arborea ed in inver-
            no e primavera penetra nei boschi di pino mugo e nei lariceti radi (Tosi
            e Perco, 1981).
               Il muflone (Ovis musimon) è in espansione in Sardegna con 1.200-
            1.500 capi (Cascola, 1985) e vi sono spazi ed opportunità per una sua
            ulteriore diffusione. È presente anche in altre zone appenniniche ed
            alpine a seguito di recenti introduzioni; è molto frugale, si accontenta
            di vegetali erbacei ed arbustivi di scarso valore nutritivo; è un ottimo
            saltatore e frequenta zone inaccessibili (Lucifero, 1995).
               Il cinghiale (Sus scrofa) nell’arco di circa 30 anni ha quintuplicato in  .2
            Italia il suo areale, interessando territori dai quali era ormai sparito     oI-n
            (Apollonio et al., 1988). Il cinghiale colonizza i boschi fitti e densi di   n
                                                                                         n
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