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Legge Quadro sulle aree protette: l’organizzazione generale del territorio nei parchi nazionali


               ticolareggiato per la disciplina normativa delle aree protette soggette, in
               precedenza, ad una legislazione, sia statale, che regionale, frammentata
               e disarticolata sul piano tecnico, giuridico e concettuale.
                  La Legge quadro si propone, dunque, di regolamentare, in modo
               coordinato ed unitario, l’assetto istituzionale relativo alla programma-
               zione, realizzazione, sviluppo e gestione dei parchi (nazionali e regio-
               nali) e di riserve naturali. Mancava, infatti, una configurazione unitaria
               dell’istituto giuridico dei parchi e riserve che - nell’eterogeneità norma-
               tiva e amministrativa - si atteggiava, di volta in volta, al soddisfacimen-
               to di interessi diversificati e modulati in funzione degli scopi preordi-
               nati alla loro istituzione: talora di mera conservazione di alcuni aspetti
               naturalistici (formazione geomorfologiche e floristiche, fauna), talaltra
               di sviluppo turistico e socio-economico delle aree interessate.
                  Vieppiù che la materia, com’è noto, ha visto - alla luce del decentra-
               mento regionale e della riserva di legge prevista dall’art. 83 del D.P.R.
               616/1977 - contrastanti evoluzioni dottrinali e giurisprudenziali che
               hanno attribuito alle Regioni una podestà normativa, ora esclusiva
               (Corte Cost., sent. 15.11.1988 n. 1029) ora concorrente, estrinsecata
               con una consistente produzione legislativa ispirata per lo più da fonda-
               mentali direttrici di tipo panurbanistico con appendici nell’ambito della
               tutela ambientale in generale.
                  La tutela ambientale si caratterizzava, infatti, come sub-funzione
               dell’urbanistica codificata dal D.P.R. 616/77 quale materia di compe-
               tenza legislativa ed amministrativa regionale concernente “la disciplina
               dell’uso territoriale, comprensiva di tutti gli aspetti conoscitivi, norma-
               tivi e gestionali riguardanti le operazioni di salvaguardia e di trasforma-
               zione del suolo nonché la protezione dell’ambiente” (art. 80).
               L’ordinamento, tuttavia, unitamente alla giurisprudenza della Corte
               costituzionale ha registrato un sempre più marcato mutamento, in
               senso restrittivo, delle competenze regionali in materia ambientale che
               è stata, invece, progressivamente disciplinata dallo Stato in una sfera di
               attribuzioni e compiti sempre più vasta e complessa.
                  Così l’ambiente da interesse comprimario con gli altri interessi pub-
          A
          n
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               blici nell’ambito del procedimento di pianificazione urbanistica assurge
               al ruolo di interesse avente supremazia sugli aspetti urbanistici.
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