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Nella “Carta” la nuova sensibilità ecologica del Paese
Dopo, in un secondo tempo, l’uomo comprende che il progresso,
quanto la miseria, deve essere dominato. Le ciminiere, che nelle litogra- FOCUS
fie d’inizio secolo scorso erano sinonimo di evoluzione, dalla metà
degli anni sessanta divengono l’emblema della corruzione e dello sfrut-
tamento dei suoli, della caligine, della malattia.
Che fare? Da una lettura superficiale, si può evincere che le prime
istanze ecologiste siano nate intorno agli anni Settanta, quando cioè i
media si sono accorti della presenza di movimenti ecologisti di fresca
data.
Niente di più falso. La difesa politica delle istanze ecologiste nasce
proprio con le prime fabbriche, esplode con il problema dello sfrutta-
mento minorile, s’incancrenisce con le centinaia di morti che si ammas-
savano intorno ai primi stabilimenti manifatturieri, si evolve di pari
passo con il sistema natura, ma ciò che difetta è la comunicazione del
problema alle grandi masse. Il resto è fumo.
Oggi, giunti ad una maturità ambientale di senso compiuto, avver-
tiamo l’esigenza di seguire l’evoluzione dei tempi, che vedono ampia-
mente allargato il concetto di qualità della vita impercettibilmente lega-
to a quello dell’habitat che ci circonda.
Ma quali sarebbero i cambiamenti cui ci troveremmo di fronte con
la modifica dell’articolo 9? Molti e profondi. Innanzitutto il concetto
stesso di ambiente assumerebbe un valore diverso, più adatto al muta-
to sentire del popolo italiano per quanto riguarda le tematiche ambien-
tali e soprattutto fornendo un quadro legislativo più idoneo alle esigen-
ze dell’interdisciplinarietà, che anche in questo campo cominciano a
farsi sentire. Nessuna materia ha infatti valore se analizzata in sé e per
sé, senza essere confrontata e adeguata all’indotto circostante; e in que-
sto il sistema normativo non fa differenza. Superata e obsoleta, è infat-
ti la dicitura “tutela del patrimonio ecologico”, da sostituire con il
“valore di patrimonio della comunità nazionale”, restituendogli così la
giusta luce identitaria. Assumerebbe dunque un sapore nuovo e rivolu-
zionario, l’introduzione all’interno della nostra Carta Costituzionale del
concetto della “tutela naturale in tutte le sue forme”, un atto formale .2
di ratifica e riconoscimento di quelle sensibilità diffuse e in parte già oI-n
fatte proprie dal legislatore. n
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