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Nella “Carta” la nuova sensibilità ecologica del Paese
La natura umana è sempre la medesima, ma ciò che è cambiato è la
FOCUS qualità stessa dell’esistenza.
Dopo le grandi scoperte, le invenzioni, lo studio di nuove conoscen-
ze scientifiche, il progresso ha portato a grandi cambiamenti nella vita
sociale dell’intero pianeta e non sempre e non solo con conseguenze
disastrose.
Di per sé il male non è la scienza, ma il pessimo uso che l’uomo,
troppo spesso, ne fa, magari favorendo eccessivamente il profitto e i
guadagni fini a se stessi. I problemi ecologici e quelli sociali sono infat-
ti strettamente connessi e si alimentano reciprocamente.
Oggi parliamo con disinvoltura dell’inquinamento dell’aria e di quel-
lo acustico, dell’esportazione illegale e dello smaltimento dei rifiuti,
della contaminazione delle acque e del loro rischio esaurimento, della
desertificazione dei territori e delle sue conseguenze.
Ma ieri? Quando le fabbriche non c’erano, i problemi da affrontare
erano certamente di natura meno complessa: i rifiuti, per esempio,
erano solo di natura organica, ma, come abbiamo visto, la vita era ben
lungi dall’essere facile.
Quanto era possibile che le Carte Costituzionali, persino le più avan-
zate, potessero percepire tali problematiche?
I popoli nordici, per il loro stesso retaggio culturale profondamente
legato ai grandi miti della Terra, come la Grande Dea della cultura cel-
tica, diretta espressione di Madre Natura, si sono mostrati spesso più
sensibili di quelli mediterranei alle istanze filo-ambientali, soprattutto
dopo l’avvento della rivoluzione industriale.
E questo non solo perché i grandi stabilimenti si trovavano nel Nord
Europa, ma anche e soprattutto a causa delle peculiarità del diverso
approccio culturale.
I miti dei popoli nordici risentono profondamente delle similitudini
in campo naturale, con tanto di boschi popolati di gnomi, elfi, creatu-
re immaginarie riprese direttamente dalla fauna, o dal mondo vegetale.
I popoli mediterranei sono diversi, attratti dall’immanenza, più che
dalla trascendenza del creato, analizzano il mondo attraverso gli occhi
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di un unico grande protagonista: l’uomo, il primo paladino del sistema
natura.
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