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Nella “Carta” la nuova sensibilità ecologica del Paese


            zeppi d’immondizie di vario genere.
               Durante gli spostamenti, il cibo veniva stipato in carovane enormi,    FOCUS
            esposto ad ogni tipo di deterioramento.
               Solo in Cina, l’uso quotidiano della vasca da bagno era consuetudi-
            ne: in Europa, gli stessi viaggiatori che soggiornavano in locande e sta-
            zioni di posta, si limitavano a rinfrescarsi con l’acqua delle bacinelle e
            dormivano con gli stessi abiti usati durante il viaggio.
               Come dimenticare le parrucche incipriate dei nobili del Settecento,
            con tanto di zecche e pidocchi sapientemente allontanati da una sorta
            di artistiche manine spesso in osso, o in avorio, usate a mo’ di piccoli
            rastrelli?
               Lontani dalla riscoperta dell’igiene e dalle moderne conoscenze
            scientifiche, per curare le malattie, si ricorreva spesso ai “salassi”, ossia
            all’applicazione di sanguisughe sulle parti infette del malcapitato, onde
            estirpare il male dalla sua radice.
               Il motto “prevenire è meglio che curare”, non si addiceva ai primor-
            di della storia della medicina, così come la tutela dell’ambiente non era
            percepita come al tempo di noi contemporanei, soprattutto perché
            l’uomo doveva ancora imparare a difendersi da una madre natura che
            era sempre più matrigna e sempre meno genitrice caritatevole.
               All’indomani dell’industrializzazione, che esplose nell’Europa set-
            tentrionale ancora prima che nella culla del Mediterraneo, le popolazio-
            ni e le relative culture erano più sensibili ad accogliere le istanze ecolo-
            giche.
               Per i Latini, ciò che invece contava massimamente era l’uomo nella
            sua interezza; per i Greci, prima ancora, gli dei riassumevano vizi e
            virtù umane, non fenomeni naturalistici.
               Ma il desiderio di progredire era lungi dal fermarsi e, soprattutto,
            premeva per tutti l’esigenza di uscire dalla strettoia della sopravvivenza
            fine a se stessa, per schiudere le braccia a una qualità e aspettative di
            vita migliori.
               L’età media di una donna al tempo di Carlo Magno si aggirava per
            esempio intorno ai 39 anni, vittima del parto e della totale mancanza        .2
            delle più elementari norme igieniche.                                        oI-n
               Oggi, l’attesa di vita è precisamente il doppio.                          n
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