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Nella “Carta” la nuova sensibilità ecologica del Paese
Un tempo riserve di caccia, questi territori vennero donati da
FOCUS Vittorio Emanuele III allo Stato italiano, costituendo una pietra milia-
re nella storia del nostro ordinamento: lo Stato italiano varò così la
prima legge sulla tutela del paesaggio e relativi siti naturali, norma ispi-
rata però all’eccezionalità del valore estetico ed educativo.
E qui sta la chiave di volta, la nota dolente di un sistema ecologico-nor-
mativo eccessivamente legato all’emergenza e poco alla consuetudine.
Di recente, una novità: inserire con una modifica dell’art. 9 della
Costituzione la parola “ambiente”, cambiamento che sintonizzerebbe
sulla stessa lunghezza d’onda la Costituzione italiana con quella euro-
pea, nel cui Preambolo è inserito l’ambiente inteso come bene da tute-
lare insieme all’art. 37, che è specificamente dedicato alla tutela dell’ha-
bitat che ci circonda.
La proposta è volta a far divenire la tutela ambientale oggetto di una
disposizione di principio costituzionale, destinato ad evolversi in un
vincolo positivo rilevante per il legislatore, determinando la conseguen-
te illegittimità costituzionale di normative che si muovano in direzione
di segno opposto.
In sintesi: andiamo avanti per tornare indietro, alle origini stesse del
sistema natura, alla tutela e salvaguardia di quell’indotto ecologico che
è la parte migliore di noi e della nostra esistenza su questo pianeta.
Nessuno ha inventato nulla: sin dalle origini della storia del mondo,
l’uomo si è infatti dovuto impegnare a salvaguardare l’habitat naturale
che lo circondava.
Diversi gli strumenti che ha usato; opposta la percezione del proble-
ma che è mutata attraverso il passare dei secoli.
Facciamo un esempio: nelle città di un tempo, era consigliabile cam-
minare con gli occhi sempre rivolti verso l’alto, onde non essere inve-
stiti dal contenuto dei vasi da notte e dei piatti di avanzi che venivano
puntualmente scaricati fuor di finestra. Il mito dell’igiene e dell’acqua
purificatrice erano scomparsi con le ceneri dell’impero romano, spaz-
zati via con una folata di vento che non prometteva nulla di buono.
Ancora: i contadini vivevano, e spesso dormivano, in compagnia
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degli stessi animali da cortile da cui traevano sostentamento, mentre i
nobili si lavavano quando se lo ricordavano, con tanto di palazzi pieni
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