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Nella “Carta” la nuova sensibilità ecologica del Paese
Allo stato attuale, le differenze e le disparità tra territorio e territo-
rio si sono ancora più accentuate. FOCUS
In un mondo che attraversa mutamenti profondi e soprattutto con
una rapidità mai conosciuta prima grazie all’alto livello raggiunto dalla
tecnica in tutto il globo, sono proprio le disparità ambientali che allon-
tanano il Nord dal Sud.
Una società ricca che si è data regole e modus vivendi ha una grossa
responsabilità nei confronti dei paesi meno sviluppati: deve fare atten-
zione a non esportare, con i propri beni, le proprie magagne e, soprat-
tutto, il proprio inquinamento nei Paesi più poveri.
Ecco, questo è un problema nuovo di cui se ne è raggiunta consape-
volezza nella prima metà degli anni ottanta, ma che permane ancora
oggi ben lungi dall’essere risolto.
Basti pensare, per esempio, al traffico di rifiuti che si è verificato in
passato alla volta di Paesi come la Nigeria e la Somalia, sino ad arriva-
re alle varie industrie che, per continuare a produrre senza dover
affrontare i costi della riconversione ecologica, preferiscono emigrare
in Paesi più tolleranti.
Analizzando la nostra Carta Costituzionale, nel corso degli ultimi
cinquant’anni si sono naturalmente succedute interpretazioni, smentite
e dibattiti.
Nata nel 1948, la struttura statutaria italiana è sorta in un momento
particolare, all’indomani di una guerra che aveva profondamente lace-
rato il Paese.
Una branca di pensiero ritiene che il periodo in cui è stato redatto il
documento risenta di una cultura eccessivamente legata all’industrializ-
zazione e ai problemi dell’operaismo.
In sintesi, si privilegerebbe il lavoro prima della salute, relegando
così la tutela ambientale nell’angolo del terzo incomodo.
Altri ritengono invece che solo attraverso l’articolo 9 della
Costituzione del secondo dopoguerra abbia trovato un approdo con-
sono l’ideale che assegna alla tutela un ruolo che non è più solo con-
servazione, ma mezzo per la crescita culturale della società. .2
Oggi lo scontro d’interessi tra la libera iniziativa e i controlli incro- oI-n
ciati con altri interessi “antagonisti”, come salute, tutela ambientale e n
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