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L’accertamento del danno ambientale nell’attività 2011 del CFS


                    blica dei servizi/utilità prodotti dalle risorse naturali, un bene
                    collettivo da preservare.
                    In tale contesto, il Corpo forestale dello Stato annovera tra i suoi
                    compiti di istituto, fin dal 1987, quando l’allora Ministro dell’A-
                    gricoltura e Foreste e il Ministero dell’Ambiente sottoscrissero
                    un apposito Protocollo di intesa, lo svolgimento di attività istrut-
                    torie e di accertamento nei procedimenti relativi al risarcimento
                    del danno ambientale.
                    La legge n. 36/2004 recante il “Nuovo ordinamento del Corpo
                    forestale dello Stato”, ha ribadito tale compito istituzionale, pre-
                    vedendo la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della
                    Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) per il suo svolgimento.
                    La procedura adottata prevede che il MATTM, in qualità di parte
                    offesa nei procedimenti penali per reati ambientali, chieda al CfS
                    di valutare lo stato dei luoghi interessati dalle violazioni, la rile-
                    vanza o meno dell’eventuale danno cagionato all’ambiente e la
                    eventuale quantificazione della sua entità, in termini di “equiva-
                    lente patrimoniale” ovvero di risarcimento pecuniario del danno
                    arrecato.


                    L’attività dell’anno 2011

                    Nel corso del 2011 sono state trattate n. 275 richieste di accerta-
                    mento di danno ambientale. In n. 36 casi è stato formulato un
                    giudizio di “danno rilevante,” con una quantificazione comples-
                    siva di risarcimento per equivalente patrimoniale, pari a circa 60
                    milioni di euro (cfr tab. 1).
                    Il maggior numero di accertamenti è stato espletato in Campa-
                    nia, con il 37% circa del totale; seguono l’Umbria (18%), il Pie-
                    monte (7%) e la Liguria (5%).
                    Relativamente alla tipologia di illeciti penali perseguiti, il 47%
                    del totale degli accertamenti ha riguardato abusi edilizi in aree
                    protette, seguiti dalla gestione e\o smaltimento illegale di rifiu-
                    ti, con circa il 38%.
                    La frequenza delle varie tipologie di illeciti nelle diverse regioni
                    non risulta essere omogenea (cfr graf. 1). Le quantificazioni del
                    danno relative ad illeciti per abusi edilizi, per esempio, ammon-
                    tano in Campania al 58% del totale della regione, mentre in


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