Page 23 - Silvae N. 15-18 Gennaio 2011 Dicembre 2012.pdf
P. 23
Le azioni di contrasto al traffico dei rifiuti
conferimento. Quando la proposta veniva accettata dal commit-
tente, la Società destinataria riconosceva agli intermediari un
25
compenso unitario variabile .
La complessità dell’organizzazione societaria
e la difficoltà di contestare il dolo
Nella richiesta di rinvio a giudizio, l’imputazione di organizza-
zione di traffico illecito era stata contestata a più di venti perso-
ne di diverse Società conferitrici, solo cinque delle quali condan-
nate in primo grado: in genere con precedente sentenza, sebbe-
ne si delineasse un quadro di riscontri oggettivi analogo, altri
imputati sono stati assolti per carenze nell’individuazione di
26
idonei elementi soggettivi di dolo a loro carico .
In questo quadro, se da un lato appare senz’altro importante far
assurgere ai gravi reati ambientali il ruolo di delitti, non si può
che dare il benvenuto al recente inserimento del reato cui all’art.
260 del D.Lgs. 162/2006 (oltre che di altri reati ambientali), tra
quelli che attivano anche le responsabilità amministrative delle
società da cui dipende il personale o il rappresentante legale che
ha commesso il reato (D.Lgs. 231/2001).
Il profitto conseguito
La trasformazione dei rifiuti da qualcosa che va a smaltimento
a qualcosa di recuperabile, porta un vantaggio in quanto i
materiali ripuliti su carta tornano ad avere un valore positivo
di mercato.
Gli intermediari (sia detentori che non detentori del rifiuto)
dovevano avere ben chiaro il vantaggio derivante dall’invio dei
rifiuti a recupero invece che a smaltimento: da tale illecita ope-
25 Le indagini hanno portato alla condanna in primo grado, prima della prescrizione, anche di
un consulente che ha percepito dalla Società destinataria un compenso per attività definita
genericamente come “consulenza occasionale relativa all’attività svolta dalla Società per recu-
pero e riutilizzo rifiuti …..”.
26 La difficoltà nell’individuazione di idonei elementi soggettivi era dovuta, da un lato, all’as-
senza di previe investigazioni invasive e, dall’altro, alla sussistenza di complessi sistemi di
deleghe nell’ambito del Consiglio di Amministrazione, di procure speciali, di figure con inca-
rico di direzione degli impianti, etc.: sembra emergere nuovamente l’importanza strategica
delle intercettazioni, nel campo della repressione dei delitti in campo ambientale.
26 - SILVÆ - Anno VII n. 15/18