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La conservazione ed il ripristino delle dune costiere
Il ruolo ecologico del detrito vegetale marino è rilevante anche
per la frazione deposta a terra. Infatti il contenuto di elemen-
ti nutritivi e la capacità di accumulo di umidità fanno sì che,
anche in condizioni di deposito modesto, tali materiali svol-
gano una funzione importantissima per la vegetazione pionie-
ra delle spiagge e dei depositi eolici, favorendo la formazione
dune embrionali, lo sviluppo delle foredune e quindi contri-
buendo alla stabilità del sistema spiaggia-duna. La funzione
“tampone” delle biomasse spiaggiate nei confronti dei deposi-
ti dunali si sviluppa attraverso tre distinti meccanismi:
1: apporto di vegetali in semi, radici e frammenti (molti dei
quali di specie autoctone dell’ecosistema spiaggia - duna);
2: creazione di forme, irregolarità morfologiche e “rugosità” che
favoriscono la deposizione e l’intrappolamento delle sabbie;
3: rilascio di nutrienti dai processi di mineralizzazione della
sostanza organica.
Le pulizie meccanizzate producono quindi un complesso di
gravi danni legati a:
• demolizione delle forme embrionali di deposito;
• alterazione del grado di addensamento del sedimento di
spiaggia (rende più efficace l’azione erosiva delle onde);
• danneggiamento/eliminazione della vegetazione pioniera;
• sottrazione delle biomasse vegetali spiaggiate, queste ulti-
me determinanti nella dinamica trofica ed ecologica del-
l’ambiente spiaggia-duna;
• sottrazione di sabbie.
La conservazione degli ambienti dunali
L’approccio descritto, volto principalmente al ripristino della
capacità naturale nei processi di creazione e di stabilizzazione
dei depositi eolici, è stato messo a punto durante una prolun-
gata ed articolata esperienza condotta, a partire dal 1994, prin-
cipalmente lungo i circa 24 km della duna del Parco Naziona-
le del Circeo, ma che ha riguardato anche altri archi litorali
nazionali.
SILVÆ - Anno VI n. 14 - 77