Page 36 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Le sistemazioni idraulico-forestali
per la conservazione e l’incremento della biodiversità
incoerenti, aveva prodotto incisioni molto profonde. I solchi ini-
ziali, divenuti incisioni imponenti, asportavano ogni anno lar-
ghe porzioni areali di colline boscate. In queste condizioni l’in-
gegnere Santos Gallo progettò nel 1941 delle strutture prefabbri-
cate sopraelevabili sino al piano di campagna, allo scopo di sta-
bilizzare i solchi che l’erosione rimontante faceva arretrare ogni
anno di alcune decine di metri. Per realizzare tali opere in zone
prive di strade l’Autore ideò una specie di muratura cellulare,
utilizzando il materiale da costruzione disponibile sul posto,
cioè la sabbia, da confezionare con cemento e tondini di ferro
portati a spalla dalle maestranze. Le lastre assemblate come nella
figura 6, formavano una briglia che veniva innalzata per assise
successive, man mano che ogni fila di lastre si colmava a monte.
La continuità dell’intervento, di costruzione e di manutenzione,
costituiva la ragione della durata indefinita del cantiere. Infatti,
al momento della visita, 25 anni dopo l’inizio dei lavori, questi
erano ancora in corso, con vantaggi anche di natura sociale e
occupazionale. In questo lasso di tempo gli elementi, prefabbri-
cati in cantiere, erano stati più volte perfezionati e modificati.
Quel che più conta, la stabilità indotta da queste opere ha deter-
minato il rimboschimento spontaneo delle incisioni come si vede
nella figura 6.
Il secondo esempio riguarda la sistemazione di un anfiteatro di
burronamento (cirque de ravinement) osservata in Francia. Tratta-
si di fenomeni complessi dovuti a ribaltamenti di roccia (Carra-
ra et al., 1983), come nella figura 7, ed evolventi a colata.
Il rimedio adottato dal servizio R.T.M. (Restauration Terrains
Montagne) che in Francia opera dal 1882, è consistito nella
costruzione di briglie filtranti tirantate a monte che hanno deter-
minato condizioni di stabilità tali da far insediare un ontaneto
spontaneo ai lati del canale di scarico delle colate (fig. 8).
Il terzo caso riguarda uno studio compiuto dalla Sezione di Siste-
mazioni idraulico-forestali del Dipartimento Pro.Ge.Sa. dell’Uni-
versità di Bari, per conto della Regione Puglia, nel Sub-Appenni-
no Dauno. L’indagine ha riguardato il censimento delle oltre 400
briglie realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta dall’Ispettorato
Ripartimentale delle Foreste di Foggia nei bacini dei torrenti Cer-
varo, Carapelle e Celone. «È il caso di evidenziare - dice lo studio
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