Page 31 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Le sistemazioni idraulico-forestali
per la conservazione e l’incremento della biodiversità
opere idrauliche sono da considerarsi delle pròtesi che sostengo-
no il processo di cicatrizzazione delle ferite della montagna e
della collina, tanto vero che dette opere da sole favoriscono l’in-
sediamento spontaneo della vegetazione, come insegna l’espe-
rienza e può rilevare chiunque osservi le foto aeree di torrenti
sistemati, nelle quali le opere costruttive sono invisibili perché
occultate dalla vegetazione dalle medesime indotta. Con gli
alberi e gli arbusti che vengono a monte delle briglie ritorna
anche la fauna. Da questo fenomeno deriva l’incremento della
biodiversità di cui mi occuperò avanti, attraverso esempi osser-
vati in Portogallo, Francia, Italia. L’incremento della biodiver-
sità, tuttavia, per dimensioni areali è meno rilevante rispetto a
quello della conservazione della biodiversità.
Conservazione della biodiversità
Oltre che dalla frammentazione degli ecosistemi per cause antro-
piche (territorio artificializzato e/o intersecato da infrastruttu-
re), la biodiversità è minacciata dai grandi cambiamenti climati-
ci che investono la Terra (Buiatti, 2007). Gli effetti dei cambia-
menti climatici che nel passato hanno provocato massicci spo-
stamenti altitudinali e longitudinali dei consorzi vegetali - e con
essi della fauna - per le epoche glaciali sono stati studiati attra-
verso la statistica pollinica dei depositi palustri, lacustri e di tor-
biera. L’analisi pollinica «si basa sul fatto ben noto che il polline,
prodotto in grande quantità dalle piante anemofile e diffuso nel-
l’aria dalle correnti aeree, cade infine al suolo come una pioggia
uniforme di pulviscolo: soltanto una parte insignificante arriva
sugli stimmi dei fiori per operare la fecondazione, la più gran
parte infine si deposita ad ogni stagione come un velo sottile sul-
l’acqua delle torbiere, delle paludi, degli stagni e dei laghi, rapi-
damente cade sul fondo dove l’ossigeno è deficiente ed il mezzo
è acido; può così essere conservato indefinitamente insieme ai
detriti organici e minerali che ogni anno si accumulano sul
fondo, grazie alla resistenza chimica che in tale ambiente la
membrana pollinica possiede di fronte agli agenti distruttivi».
Applicando tale tecnica d’indagine si scoprì che la terza acme
della glaciazione würmiana aveva portato i consorzi subalpini e
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