Page 32 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Le sistemazioni idraulico-forestali
            per la conservazione e l’incremento della biodiversità


            montani di Pino silvestre, Pino mugo, Abete bianco, Abete rosso,
            al livello del mare nelle pianure costiere dove lasciarono tracce
            nella torbiera di Massaciuccoli (Chiarugi, 1950).
            Queste grandi migrazioni si sono verificate perché quando
            avvennero la vegetazione poteva spostarsi, senza incontrare
            ostacoli, dalle montagne verso i litorali per rifugiarvisi durante
            la glaciazione, e da questi poi tornare verso i luoghi alti di pro-
            venienza nel post-glaciale.
            I richiami di archeologia forestale brevemente tratteggiati servo-
            no per avvertirci che la biodiversità conservata nei parchi e nelle
            riserve, circondati come sono da aree artificializzate e non attra-
            versabili, non la pone al riparo dai cambiamenti climatici che
            avvengono sulla Terra. Affinché la conservazione della biodiver-
            sità sia assicurata anche alla scala plurimillenaria dei tempi
            occorrono delle uscite di sicurezza adeguate alla bisogna.
            Alla frammentazione dell’ambiente naturale sono stati contrap-
            posti i corridoi ecologici di connessione (Malcevschi et al., 1996)
            ma essi sono stati pensati principalmente per consentire gli spo-
            stamenti della fauna selvatica. Le sistemazioni idraulico-foresta-
            li, al contrario, se correttamente realizzate, e rese maggiormente
            idonee dal punto di vista funzionale a svolgere anche il ruolo di
            reti ecologiche, possono contribuire a risolvere il problema del
            quale ci stiamo occupando.


            L’evoluzione funzionale delle sistemazioni idraulico-forestali

            Nella legislazione italiana la locuzione Sistemazioni idraulico-
            forestali compare la prima volta nell’art.19 del R.D. 26 marzo
            1905 n.173 (Regolamento per la esecuzione della legge 31 marzo
            1904 n. 140 - nota come legge Zanardelli - recante provvedimen-
            ti a favore della provincia di Basilicata), ma il vero atto di nasci-
            ta si ebbe con il Testo unico delle disposizioni di legge per la
            sistemazione idraulico-forestale dei bacini montani approvato
            con R.D. 21 marzo 1912 n. 442. L’art.21 del T.U. dispose che una
            commissione tecnica centrale consultiva redigesse le norme per
            la preparazione dei progetti di sistemazione idraulico-forestali.
            Sulla base di tale parere fu emanato il D.M. 20 agosto 1912 col
            quale furono approvate e rese esecutive tali norme di cui, ai fini


                                                             SILVÆ - Anno VI n. 14 - 35
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