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Degradazione del suolo e gestione sostenibile


            Incrementare le potenzialità di sequestro del C nel suolo ha
            quindi una duplice effetto positivo: da un lato contribuisce alla
            mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la riduzione o
            il controllo delle emissioni di CO in atmosfera, dall’altro con-
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            corre ad aumentare la fertilità del suolo grazie agli effetti miglio-
            ratrici della sostanza organica sulle proprietà fisiche, chimiche e
            biologiche del sistema suolo,  promuovendo un feedback positivo
            sulla produttività degli ecosistemi terrestri.
            La stima del contenuto di C nel suolo a grande scala è oggi
            un’informazione necessaria, alla luce anche degli impegni di
            contabilizzazione del C presi con il protocollo di Kyoto. Infatti,
            l’accumulo di C derivato dalle diverse attività sink (attività di
            gestione forestale, gestione dei suoli agricoli, gestione dei pasco-
            li, rivegetazione (art. 3.4) ed attività di afforestazione, riforesta-
            zione e deforestazione (art. 3.3)) deve essere certificato in confor-
            mità con le linee guida per le attività agro-forestali approvate dal
            Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC 2001,
            2003, 2007), ed il conseguente rilascio dei crediti di C. Ci sono
            tuttavia ancora molte incertezze sulle potenzialità di sequestro
            del carbonio nel suolo e una sua precisa quantificazione. In
            Europa, esempi di quantificazione del sequestro di C nel suolo
            basata su griglie di monitoraggio sono riportati solo per Inghil-
            terra e Galles (Bellamy et al. 2005), mentre Zdruli et al. (1999) e
            Jones et al. (2005) hanno realizzato una stima a livello europeo
            basandosi sui dati della Banca Dati dei Suoli Europea. In Italia
            sono presenti stime a livello regionale, ma è assente un sistema
            di monitoraggio del SOC a livello nazionale. Per questo motivo,
            Fantappiè et al. (2010, 2011) hanno utilizzato i dati raccolti nella
            Banca Dati dei Suoli d’Italia (BADASUOLI), creata e mantenuta
            dal CRA-ABP con la collaborazione di enti diversi, tra cui alcu-
            ne Università e servizi pedologici regionali (www.soilmaps.it,
            Costantini et al. 2007). L’esperienza di quantificazione del C e
            del contributo dei suoli alla contabilizzazione dei crediti di C a
            partire anche da banche dati pedologiche esistenti può essere un
            valido strumento di comparazione con i dati ottenuti dal moni-
            toraggio del C nei suoli forestali (INFC 2004, 2005, 2006), nell’ot-
            tica degli impegni presi dall’Italia con la ratificazione del proto-
            collo di Kyoto.


                                                            SILVÆ - Anno VI n. 14 - 109
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