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Degradazione del suolo e gestione sostenibile
ne dell’ambiente, deve essere ancora rivolta una maggiore atten-
zione all’impatto delle attività antropiche sul suolo, dal momen-
to che proprio i 2/3 dei suoli del territorio nazionale, incluse le
aree montane, sono ormai degradati. In Italia la vulnerabilità dei
suoli è estremamente elevata a causa della conformazione del
territorio e della variabilità ambientale. Alcuni dati significativi
e preoccupanti che devono far riflettere circa la situazione dei
suoli e quindi dell’ambiente nel nostro Paese (Pagliai, 2008;
Costantini et al., 2007, 2009) sono riportati:
• Il 21,3% dei suoli del territorio nazionale è a rischio di deserti-
ficazione (41,1% nel Centro e Sud Italia).
• I più importanti processi di degradazione del suolo in Italia
sono legati all’erosione, al consumo di suolo (sealing), all’ina-
ridimento e alla salinizzazione.
• La degradazione del suolo avvenuta negli ultimi 40 anni ha
provocato una diminuzione di circa il 30% della capacità di
ritenzione idrica dei suoli italiani, con un relativo accorcia-
mento dei tempi di ritorno degli eventi meteorici in grado di
provocare eventi calamitosi. Il suolo italiano, infatti, ha per-
duto una parte consistente della sua capacità di invaso idrico,
in grado di laminare le piene in modo anche più efficiente e
diffuso di quanto sia possibile con le casse di espansione rea-
lizzate lungo le aste fluviali.
• La degradazione del suolo causa anche un deterioramento di
altri eco-servizi come la qualità dei prodotti e del paesaggio.
È chiaro che i principali aspetti della degradazione territoriale
sono senza dubbio legati ad un non corretto uso del suolo. L’e-
rosione può essere, infatti, accentuata dal compattamento del
suolo, dalla formazione di croste superficiali e dalle perdita di
stabilità strutturale del suolo stesso. Per esempio, il compatta-
mento del suolo è ritenuto il fattore determinante la degradazio-
ne di un’area di 33 milioni di ha in Europa (Soane e Ouwerkerk,
1995). Circa il 32% dei suoli in Europa sono altamente vulnera-
bili al compattamento e un altro 18% è moderatamente vulnera-
bile al compattamento (Fraters, 1996).
Il compattamento è originato da una combinazione di forze
naturali, che agiscono internamente, e da forze esterne indotte
dall’attività antropica collegate principalmente alle pratiche
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