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Piccola, grande Italia
Piccoli Comuni trova le sue ragioni più profonde per cercare
nella qualità e nella tipicità la possibilità per reggere sul merca-
to e per costruire la forza delle produzioni di qualità in base alle
quali fino ad oggi questo Paese è riuscito a respingere i reiterati
tentativi di penetrazione degli Ogm. Di questo quadro carico di
futuro fa parte quindi la necessità di promuovere quelle buone
pratiche di produzione che fanno del rilancio sociale ed econo-
mico dei territori più marginali il valore aggiunto delle stesse
produzioni. Se la strada per uscire dalla crisi economica passa, a
detta degli esperti, per la valorizzazione e la promozione delle
risorse tipiche del Paese, e quindi anche dell’agroalimentare di
qualità, vale qui la pena sottolineare che allora si rende necessa-
rio investire nella legalità e in sistemi capillari di controllo e di
prevenzione delle truffe che potrebbero nuocere alla salute, dan-
neggiare l’ambiente e il nostro sistema agroalimentare.
Legalità, benessere, sicurezza alimentare, coesione sociale sono
le direttrici su cui occorre lavorare.
L’attenzione posta da Legambiente alla Piccola Grande Italia dimo-
stra che quanto fin qui detto ha una sua consistenza. Sette anni fa
Legambiente con la campagna Voler Bene all’Italia inaugurò una
nuova stagione per i Piccoli Comuni riuscendo, anche sull’onda
della proposta di legge presentata da Ermete Realacci, ad accende-
re i riflettori su un mondo che fino allora era stato solo oggetto di
dibattito tra sociologi ed intellettuali illuminati. Da allora ha preso
forma politica e consistenza organizzativa l’obiettivo di valorizza-
re la Piccola Grande Italia come fattore di modernità per tutto il
Paese. L’attenzione, sia istituzionale che sociale, in questi anni è
cresciuta e i cambiamenti avvenuti nelle coscienze hanno prodotto
significative e diffuse esperienze di qualità, anche se non si sono
ancora trasformati in politiche stabili. Ma, sicuramente, possiamo
dire che molto è cambiato nella percezione e nell’immaginario, ma
anche nelle condizioni materiali perché accanto alla prosecuzione
di processi di marginalizzazione, in alcuni territori stiamo assi-
stendo all’inversione di tendenza delle dinamiche demografiche.
Che i piccoli comuni diventino presidi di modernità sta divenendo
più che uno slogan. Un esempio limitato e parziale che molto si
può fare in questa direzione.
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