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Un nuovo concetto di ruralità


                  razze animali, coltivazioni tipiche, pascoli, boschi e flora locale.
                  Il Presidio della Robiola Classica di Roccaverano, per esempio,
                  ha ridato linfa alla produzione della formaggetta di solo latte
                  crudo di capra, un vero gioiello alimentare in grado di compete-
                  re con i migliori analoghi d’oltralpe. Ma se da un lato si è rilan-
                  ciato un prodotto che non sembrava più conveniente da produr-
                  re, dall’altro si è nuovamente incentivata la proliferazione delle
                  capre autoctone, le quali contavano soltanto più duecento esem-
                  plari nel 1990.
                  Ora, grazie al Presidio e all’impegno dei produttori, il numero di
                  capre è sensibilmente cresciuto e la Robiola Classica è apprezza-
                  ta da esperti e semplici consumatori non soltanto a livello nazio-
                  nale. Ma anche l’ecosistema d’alta Langa è salvo in quest’angolo
                  di Piemonte. Non è più lasciato all’incuria o agli opportunismi
                  agricoli, resistono i perfetti equilibri tra terrazzamenti, boschi
                  quasi impenetrabili, prati seminati o incolti, macchia spontanea,
                  i rittani lungo le rive dei torrenti, i picchi scoscesi di sabbie e
                  tufo. La vegetazione spontanea brilla per biodiversità e le sue
                  essenze si sentono nel formaggio, tanto che si è quasi arrivati a
                  definire dei veri e propri cru, come per il vino, a seconda di dove
                  pascolano le capre.
                  In ogni caso, credo che accanto alla protezione di quanto di bello
                  non è ancora stato compromesso, bisogna aggiungere la propo-
                  sta di nuovi stili di vita, per riconvertirsi pienamente verso un
                  modello di società agricola compatibile con le esigenze del terri-
                  torio italiano. Stiamo parlando di un’agricoltura che non deve
                  più essere figlia di uno schema applicabile soltanto al resto del
                  continente europeo, morfologicamente e storicamente più adat-
                  to a coltivazioni intensive. Per questo, un’idea di nuova ruralità,
                  da affiancare al concetto di nuova agricoltura ecosostenibile, bio-
                  logica e tradizionale, diventa determinante. E per nuova ruralità
                  si intendono anche rispetto e integrazione ambientale delle
                  architetture, dei mutamenti sociali.
                  Le nostre campagne, con i piccoli borghi, non sono più rispetta-
                  te, diventano meta di conquista di cittadini stanchi dell’urbanità.
                  Questi posti si snaturano, diventano dei luoghi dormitorio e
                  smarriscono il loro significato culturale. I contadini non trovano
                  più quel tessuto sociale che era indispensabile. I giovani non



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