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Un nuovo concetto di ruralità
sono invogliati a ritornare in luoghi isolati, freddi, dove non ci si
parla tra vicini, dove i servizi sono latitanti.
Invece i modi per sostenere questo rinnovato concetto di ruralità
ci sono e sono diversi. Il primo passa attraverso il sostegno alle
piccole attività - abbiamo già detto dei Presìdi - ma pure con altre
inziative: penso ad esempio al mantenimento dei piccoli macel-
li. Sono strutture che si integrano perfettamente con l’ambiente
circostante, e rappresentano un motore fondamentale per l’alle-
vamento di qualità, non intensivo ed ecologicamente sano.
Anche la piccola distribuzione commerciale gioca un ruolo deci-
sivo: assistiamo con sempre più timori e rimpianti alla progres-
siva scomparsa dei piccoli panettieri, dei negozi di commestibi-
li, delle botteghe dove si trovano i prodotti dell’agricoltura del
luogo. Questi posti sono il cuore dei borghi campagnoli, non
hanno nessun impatto sul paesaggio. La stessa cosa non si può
dire dei centri commerciali o degli enormi supermercati che pro-
liferano alle porte dei paesi e minano l’esistenza dei piccoli com-
mercianti. Le amministrazioni locali dovrebbero stare più atten-
te a concedere autorizzazioni e licenze.
Un terzo elemento fondamentale che consente, indirettamente,
di mantenere vivo e conservare il paesaggio, è l’osteria tipica:
luogo di socialità e incontro, sostegno alle produzioni artigiana-
li ottenute con metodi agricoli tradizionali. Ma aggiungiamoci
pure buone connessioni a internet, piccoli cinema o teatri, luoghi
di aggregazione giovanili.
Se a questi fattori però non si aggiunge una nuova coscienza
individuale il concetto di ruralità decade. C’è bisogno di fare in
modo che i paesi riacquistino un’anima, che tutti si integrino con
la realtà che occupano, e che si rafforzino i rapporti tra persone
e le attività che svolgono. Così si ottiene una comunione con
l’ambiente e non è più necessario parlare di salvaguardia: diven-
ta un atto quotidiano, automatico.
La necessità di questa presa di coscienza da parte di chi vive in
posti paesaggisticamente rilevanti si evidenzia anche nel caso in
cui la nuova economia agricola sia già una realtà. Come sempre
il troppo stroppia. Prendiamo come esempio ancora il basso Pie-
monte, ma questa volta le zone ad alta vocazione vitivinicola. Il
vino è una punta di diamante, l’antesignano di un modello che
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