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Piccola, grande Italia


            insostituibile di presidio culturale e ambientale, spesso anche di
            contrasto efficace al rischio idrogeologico. La domanda quindi da
            cui dobbiamo farci guidare è se in questi territori si esprimano, ed
            eventualmente quali siano, i fattori di modernità e di forza, di uti-
            lità sociale e di prospettiva strategica. Cercando di capire se è pos-
            sibile disaccopiare il significato di “piccolo” da quello di fragile o
            marginale e se al contrario questa dimensione, certamente proble-
            matica, può rappresentare addirittura un vantaggio se si è consa-
            pevoli delle sfide e si sanno cogliere le opportunità.
            Una cosa è certa “piccolo” semanticamente coincide con locale si
            contrappone alla indefinita dispersione delle città-periferia, tutte
            uguali, tutte omologate. Piccolo quindi rilancia, insieme ai luoghi
            la grande questione delle identità e del rapporto con i territori. Il
            punto da cui dobbiamo partire è che, nell’era della globalizzazio-
            ne, si afferma l’importanza dei luoghi e della loro qualità, non in
            antitesi o come contrappeso alla forza del globale, piuttosto in una
            dimensione di complementarità necessaria per costruire un
            nuovo equilibrio e per aprire nuove prospettive di sviluppo. Il ter-
            ritorio, infatti, oggi è il luogo in cui si intersecano processi del
            tutto nuovi. Come sostiene De Rita, “se ben praticata la forma del
            locale si rivela quel luogo emblematico ove insistono e precipitano, sca-
            vando nell’antropologia dei soggetti, delle forme sociali e del fare istitu-
            zione, i grandi cambiamenti epocali. Osservare ed interpretare l’intreccio
            tra locale e globale è l’unico metodo che, tenendo i piedi per terra, anco-
            rati alle dinamiche reali, ci fa sollevare la testa e lo sguardo verso il
                  1
            cielo” . È nel territorio che il lavoro, le relazioni sociali, la qualità
            ambientale, la partecipazione, ma anche l’immagine che di sé ha
            una società, si misurano con i cambiamenti della nostra epoca e
            con la capacità di non essere emarginati dalle sfide più significati-
            ve nel mondo globalizzato. Parafrasando il famoso aforisma di
            Hegel, per cui potremmo dire che “tutto ciò che è globale è locale,
            e che tutto ciò che è locale è globale”, dobbiamo accettare che il
            locale, proprio per le specificità e particolarità che lo rendono
            unico, rappresenta il concreto manifestarsi del globale ed in quan-
            to tale non è un residuo di modelli sociali e di sviluppo del secolo
            scorso, ma un potente fattore di modernità.
            La scommessa è nel ruolo dei luoghi, anche dei piccoli luoghi, in


            1 Giuseppe De Rita, Aldo Bonomi, Manifesto per lo sviluppo locale, Bollati Boringhieri, Torino 1998.
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