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Filiera agroalimentare: sicurezza e difesa dei prodotti nazionali


               Agli inizi del 1800, in piena prima rivoluzione industriale, le frodi
            alimentari erano così diffuse da indurre il chimico inglese Accum a
            scrivere un celebre libro dal titolo “Un trattato sull’adulterazione dei
            cibi e sui veleni culinari mettendo in evidenza la sofisticazione frau-
            dolenta di pane, birra, vino, liquori alcolici, te, caffè, creme, pasticce-
            ria, aceto, mostarda, pepe, formaggio, olio d’oliva, sottaceti, ed altri
            articoli utilizzati nell’economia domestica ed i metodi per determi-
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            narli”, con il sottotitolo “La morte nella pentola” .
               La “morte nella pentola” fu la prima vera e propria preoccu-
            pazione di dimensioni planetarie, alla stregua di epidemie e pan-
            demie per le quali, il cibo, ne stava diventando un potente vei-
            colo: un evento definibile la preistoria della globalizzazione e
            delle sue conseguenze.
               Nello stesso anno il Presidente USA Monroe invitò delegati da
            tutti i 23 Stati per creare e stabilire gli strumenti necessari ad
            affrontare il problema: le Autorità americane si dimostrarono
            poco sensibili ed i delegati che si presentarono furono solo 11.
            Questi vennero incaricati di creare un sistema di standard, di
            controllo di qualità (formulazione) e di leggi volte a prevenire
            l’importazione e l’esportazione di cibo adulterato: si fondò la
            U.S. Pharmacopeia (USP). Pochi anni dopo, nel 1862, l’allora Pre-
            sidente Lincoln chiamò il chimico Wetherill a capo di un nuovo
            Dipartimento dell’Agricoltura dedicato, esclusivamente, alla
            risoluzione di questi problemi: è l’inizio del “Bureau of Chemi-
            stry”, il predecessore della FDA-Food and Drug Administration.
               Nel 1880, Collier, Capo Chimico del Dipartimento dell’Agri-
            coltura, costruì un impianto investigativo sull’adulterazione dei
            cibi chiedendo l’introduzione di sanzioni appropriate che, però,
            non vennero introdotte. Nei successivi 25 anni ne saranno intro-
            dotte dal Congresso oltre 100. Tre anni dopo (1883) Wiley è il
            nuovo Capo Chimico che espande la sezione del “Bureau of
            Chemistry” dedicata all’adulterazione dei cibi. È soprannomina-
            to il “Crociato Chimico” e riesce ad ottenere dal Congresso il
            finanziamento di 5.000 dollari (valuta dell’epoca) per lo studio



            4  F. Accum, A treatise on adulteration of food and culinary poisons, exibiting the fraudolent sophistica-
               tions of bread, beer, wine, spirituous liquors, tea coffee, cream, confectionery, vinegar, mustard, pepper,
               cheese, olive oil, pickles and other articles employed in domestic economy and methods of detecting
               them. There is death in the pot, Ed. Longman, Londra, 1820.

                                                             SILVÆ - Anno VI n. 13 - 41
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