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Certificazione dei crediti di carbonio e settore forestale


                  Paesi industrializzati possono utilizzare come titoli di scambio per
                  raggiungere gli obiettivi di Kyoto. Ad oggi, sono qualche centinaio
                  i progetti CDM di natura energetica validati da terza parte accredi-
                  tata e oltre 900 quelli già registrati dal CDM Executive Board, cioè
                  l’organismo internazionale che governa il CDM (Cdm Eb), desi-
                  gnato a garanzia e supervisione del sistema dalla Unfccc (United
                  Nations Framework Convention on Climate Change). Come ulte-
                  riore elemento di flessibilità, l’Unione Europea ha adottato la cosid-
                  detta Direttiva Linking (2004/101/CE) che collega i crediti certifi-
                  cati da progetti CDM allo schema ETS ma, anche in questo caso, i
                  crediti forestali da CDM (tCer/lCer) ne sono al momento esclusi.
                  • La certificazione di CO non emessa, a seguito di domanda
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                     di carattere volontario.
                  La neutralizzazione della CO può avere un valore di immagine e
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                  di promozione a favore delle aziende e delle organizzazioni che la
                  ottengono e poi la comunicano; questa attività è sicuramente uno
                  degli elementi alla base della crescita del mercato “volontario”.
                  Attualmente questo approccio trova applicazione in quei settori
                  non soggetti allo schema di scambio d’emissioni dell’Unione Euro-
                  pea (ETS) e, in particolare, al settore della produzione di energia
                  termica da biomassa e può contribuire, seppur indirettamente, alla
                  valorizzazione del legno in contesti territoriali dove negli ultimi
                  anni il mercato è andato sempre più riducendosi.


                  Relazioni con altre certificazioni

                  La certificazione dei crediti di Carbonio spesso è erroneamente con-
                  fusa con i cosiddetti “Certificati Verdi”, cioè i titoli emessi dal Gesto-
                  re dei Servizi Elettrici (GSE) che attestano la produzione di energia
                  da fonti rinnovabili. I certificati verdi sono la nuova struttura di
                  incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del
                  settore dell’energia disciplinata dal D. Lgs. 79/99 (cosiddetto decre-
                  to Bersani). Il sistema di incentivazione della produzione di energia
                  non fossile, prevede un meccanismo di mercato competitivo basato
                  sui Certificati Verdi, nel caso di produzione di energia elettrica, o sui
                  Certificati Bianchi, nel caso di interventi mirati all’efficienza ener-
                  getica, incluso il settore termico. Ogni Certificato Verde certifica la
                  produzione di 100 MWh da fonte rinnovabile (quota poi ridotta a



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