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Dietro il fuoco e dietro il gesto piromanico


                  una sensazione di panico incontenibile, come si può continuare
                  a vivere, con la consapevolezza che ogni mattina si ricomincia ad
                  essere gli spettatori ed i protagonisti dello stesso incubo?
                  È auspicabile, affinchè la sofferenza psichica del soggetto in que-
                  stione sia più sostenibile, che questa ipotesi sia il frutto di trop-
                  pa immaginazione, solo una fantasia o che comunque, pur
                  vivendo in un eterno presente, poiché questo comporta il vivere
                  direttamente, senza alcuna elaborazione, la dimensione archeti-
                  pica, almeno non abbia memoria del passato.

                  Conclusioni finali

                  In questo lavoro di tesi, lungo e complesso si è cercato di descri-
                  vere la complessità psichica, soffermandomi su aspetti apparte-
                  nenti a qualsiasi mente umana e su quelli, definiti patologici e,
                  quindi inerenti soltanto ad alcuni soggetti.
                  Quindi, essenzialmente, si è provato ad esporre un modo di pen-
                  sare la psicologia, un modo di comprensione dei fenomeni men-
                  tali, cioè di ricerca per colmare proprio quei vuoti di compren-
                  sione ed un modo di impostare le indagini, le investigazioni di
                  Polizia Giudiziaria.
                  Prima di tutto bisogna precisare che l’osservazione di un fenomeno,
                  naturale o mentale che sia, può essere svolta secondo due modalità:
                  una esterna, con cui la realtà viene compresa cognitivamente, cioè
                  attraverso la trasformazione in pensiero dei dati osservati, ed una
                  interna, secondo la quale, la fenomenologia dell’organizzazione
                  mentale osservata è una realtà che si auto-organizza, auto-avvera ed
                  oltre ciò, bisogna tenere conto anche dell’organizzazione psicofisica
                  dell’osservatore che contribuisce a formare il fenomeno stesso.
                  Dunque, la prima si basa sulla cognizione, mentre la seconda
                  prende spunto da tutto quello che in tale tesi, si è definito come
                  “rito” e “mito”; a prima vista la cognizione sembrerebbe più
                  oggettiva, ma a pensarci bene, questa non è altro che il prodotto
                  dell’organizzazione-mente, mentre la mitologia, intesa a livello
                  psichico, produce l’organizzazione, anzi è lei stessa l’organizza-
                  zione, la prospettiva mentale.
                  Questo perché, ormai, si può affermare senza sembrare di azzar-
                  dare troppo, che le modalità espressive mitologiche che trovia-



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