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L’esperienza di un’azienda vinicola


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                L’ESPERIENZA DI UN’AZIENDA VINICOLA
              di Albino Armani*



                    a mia famiglia coltiva la vite nella Valle dell’Adige da
                    secoli: presso l’archivio notarile di Trento sono custoditi
             Lgli atti notarili che certificano il passaggio di proprietà di
              “terreni con arbori e vigne” fin dai primi del 1600.
              Credo si debba partire da questo concetto per comprendere e
              giustificare questa caparbia continuità gestionale, sempre
              all’interno dell’ambito vitivinicolo, che ci ha visto presenti per
              centinaia d’anni sul territorio del basso trentino: solo senten-
              dosi parte integrante ed integrata del territorio si può resiste-
              re ai mutevoli cicli economici, alle guerre, addirittura al cam-
              bio della lingua e degli stati.
              Vista da un orizzonte plurisecolare l’impresa stessa assume
              una dimensione talmente dilatata da non poter esser quasi
              messa in discussione, gli uomini che si sono succeduti nelle
              generazioni hanno assunto ogni volta su di se il ruolo del con-
              tadino, con la naturalezza che deriva dalla tradizione e dagli
              indiscutibili valori che ne fondano la sostanza.
              Io ringrazio chi è stato qui prima di me, i miei avi e tutte le
              genti della valle per aver saputo fino ad oggi conservare il ter-
              ritorio come meglio non si poteva: credo solo attingendo alla
              fonte di valori tacitamente condivisi si possa tutelare un area
              portandola a divenire quella che i francesi identificano come
              “terrorir”.
              Percorrendo la statale del Brennero che da Verona porta a
              Bolzano il viaggiatore si trova ad attraversare la “Chiusa di
              Ceraino”, quasi uno spartiacque tra la pianura padana e la
              zona alpina e dolomitica: bastioni di roccia a strapiombo
              sull’Adige aprono il cono visivo sulla valle, piccole chiese,
              fortificazioni e castelli, vigneti ordinati a perdita d’occhio,
              dal fiume sino al bosco e più su sino alla roccia. Balza agli
              occhi questo istantaneo mutare del paesaggio che da indu-


            *  Vitivinicoltore
                                                            SILVÆ - Anno VI n. 13 - 157
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