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Psicopatologia del maltrattatore
ta / alle cinque della sera. [...] / Alle cinque in punto della sera.[...]
Non voglio vederlo! / Di’ alla luna che venga, / ch’io non voglio vede-
re il sangue / di Ignazio sopra l’arena.
Siamo qui di fronte, in pieno XX secolo, a un interessante esempio di
celebrazione mistica del sacrificio di un animale e insieme del suo offi-
ciante, vittima anch’egli del rito di sangue; un modello che ritroviamo
nelle più diverse e distanti culture, probabilmente in sostituzione dei più
arcaici sacrifici umani. Tuttora, in riti che persistono entro culture tri-
bali, l’animale è simbolo dell’ uomo nella sua condizione di sottomissione
così alla volontà del più forte come a quella della divinità (fig. 3).
In altre culture religiose — quelle che professano la reincarnazione
dell’anima, come ad es. la cultura hindu il rapporto tra l’uomo e il resto
del mondo animale è diverso; il rispetto per la vita animale delle altre spe-
cie è legato all’ idea che danneggiarla sarebbe lo stesso che interrompere
il percorso di “risalita” della mente anima verso il livello umano. Ciò in
alcune di queste culture non impedisce, evidentemente, la pratica della
caccia e dell’allevamento per fini alimentari; tuttavia l’uccisione senza
scopo alimentare o difensivo è scoraggiata e/o punita.
Nel territorio delle culture di origine giudaico-cristiana occorrerà che
si definisca e si affermi, con le difficoltà che conosciamo – tuttora ben lon-
Fig. 3 - Il sacrificio di un capretto in un rito animistico del popolo Lobi, in Burkina Faso, ai giorni nostri.
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